Milano – Nuova udienza oggi venerdì 15 marzo del processo ad Alessia Pifferi, la mamma che ha lasciato morire di stenti sua figlia Diana di 18 mesi nel luglio 2022. In Corte d'Assise a Milano il dibattito si concentra sulla capacità di intendere e volere dell’imputata. Al centro del dibattimento la relazione di Elvezio Pirfo, lo psichiatra incaricato dalla Procura di analizzare la psiche della Pifferi e stabilire se al momento dei fatti fosse consapevole dei suoi gesti.
Folla di curiosi
L’udienza si è aperta con alcuni momenti di tensione per tanti cittadini e curiosi che volevano assistere al dibattimento e spingevano per occupare le prime file. Dopo aver riportato la calma in aula, il giudice ha chiamato Elvezio Pirfo.
La lettera del parroco
Prima dell'inizio del controesame l'avvocato di Pifferi, Alessia Pontenani produce in aula la lettera scritta dal parroco di Ponte Lambro che ha celebrato il matrimonio dell’imputata. Nella lettera racconta che la Pifferi già da bambina era una persona fragile con un vissuto difficile. Il padre aveva più volte tentato il suicidio.
Nessun disturbo psichiatrico
Lo specialista ha spiegato al controesame che la Pifferi ha tratti disfunzionali che però non le hanno indotto un disturbo psichiatrico. Anzi, la donna ha dimostrato grande resilienza di fronte ad eventi della vita. Per questo conferma la sua diagnosi di capacita di intendere e volere.
Disco rotto
Dopo Pirfo in aula parla lo psichiatra Marco Garbarini, perito della difesa, che riassume la sua relazione: la Pifferi – dice – ha compromissioni cognitive tali da pregiudicare il funzionamento della vita. Ha difficoltà di pensiero e di giudizio. "La signora – ha detto – comprende le domande, ma dobbiamo valutare anche quella che è la qualità delle risposte. La qualità è da disco rotto. Guardando alla vita della signora Pifferi, come si fa a dire che non ci sia stata una compromissione del suo funzionamento in tutte le aree? Ha un funzionamento assolutamente menomato, lo ha sempre avuto, fin da quando andava a scuola”.
Sviluppo intellettivo
Rispondendo alle domande del difensore Alessia Pontenani e del pm Francesco De Tommasi, il consulente a anche sottolineato che le sue risultanze non sono state "così differenti” rispetto a quelle di Pirfo. “La personalità, la funzionalità della signora Pifferi, come è stata descritta da me e dal perito, dal mio punto di vista non è così dissimile. La differenza è che io inserisco questo funzionamento in un disturbo dello sviluppo intellettivo che spiega come è la signora e giustifica quelli che sono stati i suoi comportamenti. Pirfo descrive le modalità di funzionamento ma non le attribuisce a un disturbo”.
Alla domanda del pubblico ministero sull'attendibilità del test di Wais somministrato alla 38enne dalle psicologhe del carcere, il consulente ha risposto che "sì”, era attendibile, sottolineando che “è stato eseguito esclusivamente con finalità clinica e non con finalità di tipo psichiatrico forense”.
Si torna in aula il 12 aprile
Verso le 12 si è chiusa questa udienza caratterizzata dallo scontro fra perizie la cui valutazione sarà determinante per la configurazione della pena. Il prossimo appuntamento sarà venerdì 12 aprile con la discussione e la requisitoria. Per il 13 maggio è invece fissata la sentenza.