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Omicidio Yara Gambirasio, la difesa di Bossetti avrà tutti i profili genetici (e le foto) dell’inchiesta. Sei anni dopo la richiesta

La decisione del Tribunale di Bergamo rende esecutivo un provvedimento del 2019 della Corte di Assise: un via libera, anche alla consegna delle immagini in hd degli indumenti della vittima, che potrebbe risultare fondamentale in vista di un’eventuale istanza di revisione del processo.

Massimo Bossetti è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio

Massimo Bossetti è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio

Cade un altro tabù. La difesa di Massimo Bossetti avrà a disposizione, per la prima volta, il profilo genetico di Yara Gambirasio e di tutti quelli raccolti (circa 25mila) per arrivare a identificare Ignoto 1, oltre alle foto in alta definizione degli indumenti che indossava la vittima.

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Massimo Bossetti, il carpentiere di Mapello condannato all'ergastolo in Appello per l'omicidio di Yara Gambirasio,

La svolta

Lo ha deciso il Tribunale di Bergamo rendendo così esecutivo il provvedimento del 27 novembre 2019 della Corte di Assise. L'autorizzazione arriva a sei anni dalla richiesta degli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini e seppur non è l'accesso all'analisi dei reperti è un permesso che potrebbe risultare fondamentale in vista dell'eventuale richiesta di revisione del processo.

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I tempi

Il dispositivo firmato il 17 giugno scorso detta i tempi (entro 30 giorni) che la polizia giudiziaria ha per acquisire i reperti conservati al Ris di Parma e alla Polizia scientifica - Lombardia e soprattutto l'elenco di quanto concesso nell'ambito delle indagine difensive. Documenti che lo stesso Tribunale riconosce come "non acquisiti al fascicolo dibattimentale" e aventi "anche il carattere della potenziale novità della prova".

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I documenti

Nelle mani del consulente dell'uomo condannato in via definitiva all'ergastolo per l'omicidio della tredicenne di Brembate di Sopra (Bergamo) finiranno così immagini e dati scientifici a lungo negati. In particolare, l'elenco comprende "copia del dvd contenente le immagini fotografiche ad alta risoluzione effettuate dal Ris di Parma relative a tutti i reperti dagli stessi analizzati; copia di tutti i tracciati elettroferografici (con la descrizione del campione) prodotti dal Ris di Parma, prima, e dai consulenti tecnici Previderé e Grignani (consulenti della Procura di Pavia nell'indagine su Garlasco, ndr), poi, relativi ai campioni di riferimento della vittima, Yara Gambirasio; i risultati di tutte le caratterizzazioni genetiche effettuate (campioni di riferimento e tracce), anche in forma anonima, su qualsivoglia supporto, sia esso cartaceo o digitale". 

Lo scopo

Le immagini ad alta definizione potrebbero restituire aree di interesse - è la speranza della difesa - sugli slip su cui è stata trovata la traccia genetica mista, il Dna della vittima e dell'allora Ignoto 1, considerata la prova regina contro Bossetti. Ma la massima attenzione del genetista nominato dalla difesa di Bossetti, Marzio Capra - consulente della famiglia di Chiara Poggi -, sarà anche sui leggings che Yara Gambirasio indossava il 26 novembre 2010, giorno della scomparsa, o sul giubbotto che aveva nel campo di Chignolo d'Isola dove è stata trovata senza vita tre mesi dopo. Lo studio delle foto può dare spunti che poi potrebbero trovare conferma con l'eventuale analisi sugli indumenti custoditi con cura in una scatola. 

Gli elettroferegrammi

La parte più rilevante del lavoro della difesa di Massimo Bossetti sarà sul fronte delle analisi degli elettroferogrammi, la rappresentazione grafica dei dati ricevuti dalla macchina di analisi del Dna. Le sequenze - quelle della vittima e di tutti gli uomini sottoposti a tampone nella lunga caccia all'assassino da parte della Procura di Bergamo - potrebbero mostrare anomalie o picchi sottovalutati. Si tratta di decine di migliaia di grafici il cui studio, a dire dei difensori, potrebbe riscrivere il risultato della traccia '31G20' che Bossetti continua a disconoscere. Quel "mezzo Dna" (il mitocondriale non corrisponde a quello del condannato) su cui a usare le parole in aula dell'avvocato Salvagni “è stato chiesto un atto di fede", non avendo l'imputato mai avuto accesso ai dati.

Verso la richiesta di revisione del processo

A quasi 15 anni dal delitto di Yara Gambirasio e dopo 11 anni dietro le sbarre del carcere di Bollate, ora per il condannato all'ergastolo c'è la possibilità di acquisire nuove prove: il primo passo per provare a chiedere la revisione. "Ci abbiamo messo sei anni solo per poter iniziare a lavorare sulla carta - dice il difensore Claudio Salvagni -, ma siamo fiduciosi che da qui si possa ripartire per dimostrare l'innocenza di Massimo Bossetti".