REDAZIONE MANTOVA

Goito, lavoro nero: stranieri costretti a fotografare il raccolto per farsi pagare 80 centesimi al chilo

Denunciata la 31enne titolare dell’azienda agricola: oltre a farli lavorare a cottimo, per una cifra irrisoria, non ha garantito alle 7 persone una pausa per il caldo, un riparo adeguato per il pranzo e il riposo

Il lavoro dei braccianti finisce sugli scaffali della grande distribuzione

Il lavoro dei braccianti finisce sugli scaffali della grande distribuzione

Goito, 21 luglio 2025 – Lavoro nero nelle campagne del Mantovano: 7 lavoratori stranieri senza permesso costretti a lavorare 8 ore sotto il sole, senza riparo adeguato per il riposo e la pausa pranzo e pagati a cottimo: alla fine della giornata erano costretti a pesare il raccolto e mandare una foto alla titolare dell’azienda che li pagava 80 centesimo al chilo.

Controlli nelle campagne di Goito

Nei giorni scorsi il Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Mantova, nel corso delle continue attività ispettive volte a tutelare i lavoratori dalle storture del mercato del lavoro, con focus sul comparto agricolo, in collaborazione con i colleghi della locale Stazione, hanno individuato nelle campagne di Goito un’azienda agricola dedita alla coltura di ortaggi che impiegava 7 lavoratori extracomunitari, quattro uomini e tre donne, tutti senza un regolare contratto di lavoro e quindi in nero.

Nessuno stop nelle ore più calde

Non solo, l’azienda non aveva redatto la documentazione obbligatoria sulla sicurezza sui luoghi di lavoro e non aveva messo in atto alcuna precauzione per i lavoratori. Da quanto appreso dagli stessi braccianti, gli stessi erano costretti a lavorare per ben otto ore giornaliere, facendo una pausa di solo un’ora, contrariamente a quanto previsto dalla normativa e dalla nuova circolare della Regione Lombardia entrata in vigore dal 02 Luglio che obbliga il datore di lavoro ad interrompere l’attività lavorativa all’esterno, come quella in agricoltura, nelle ore più calde.

La ‘foto’ del raccolto per la paga

Dal sopralluogo dei militari è emerso anche che i lavoratori non avevano un luogo idoneo dove ripararsi dal caldo e dove consumare il pranzo, avendo come disponibilità solo uno spazio sotto una serra, luogo utilizzato anche per stendere i vestiti che si cambiavano a causa del caldo. Inoltre, i lavoratori hanno riferito che non avendo un contratto di lavoro e non ricevendo una busta paga, erano costretti a fotografare il raccolto del giorno, dopo averlo pesato, per dimostrare il lavoro effettuato e ricevere in cambio una paga di 0,80 centesimi al chilogrammo.

Denunciata 31enne

Così facendo, i Carabinieri hanno rilevato che i braccianti, nel complesso, ricevevano una paga di circa 4 euro l’ora anziché 10 euro come previsto dai CCNL. La titolare dell’azienda agricola, una 31nne residente in provincia di Brescia, è stata deferita all’Autorità Giudiziaria per le violazioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.  Le attività di controllo nel comparto agricolo continuano ininterrotte su tutto il territorio della Provincia di Mantova in piena sinergia con il Comando Provinciale Carabinieri e l’Ispettorato Territoriale del Lavoro.