Lombardia, Fontana insiste: "Coi dati odierni saremmo zona arancione"

Il governatore torna a criticare i parametri adottati dal Governo: "Criteri poco chiari, meglio utilizzarne cinque". Ats Milano contraria: "Mantenere le restrizioni"

Il presidente dlla Regione Lombardia, Attilio Fontana,

Il presidente dlla Regione Lombardia, Attilio Fontana,

Milano, 18 novembre 2020 - Lombardia zona arancione, continua il pressing della Regione sul Governo. Dopo la conferenza Stato-regioni di ieri, in cui i governatori hanno chiesto al ministro della Salute, Roberto Speranza, di rivedere i parametri alla base della classificazione in zone, questa mattina Attilio Fontana ha ribadito il concetto intervenedo a Mattino5.

Il pressing della Regione

"Ci sono una serie di parametri - ha detto il presidente della Lombardia riferendosi ai 21 criteri adottati per stabilire le fasce di criticità in cui inserire le varie regioni - difficili da interpretare e che non riusciamo a capire come vengano tramutati in numeri", mentre "crediamo che i 5 parametri che abbiamo indicato siano i più logici". Fontana ha quindi spiegato: " In Lombardia abbiamo già iniziato una fase di leggero ma significativo miglioramento della situazione, in base ai numeri oggi rientreremmo in zona arancione". Questo non potrà tuttavia avvenire perché i parametri stabiliti dal Governo "guardano indietro ai dati di 15 giorni fa", mentre "bisognerebbe rifarsi a dati più aggiornati". Pertanto, ha precisato il governatore, "noi fino al 27 novembre rimarremmo in zona arancione, sapendo però che i sacrifici dei nostri cittadini sono serviti". Fontana, in chiusura, mostra quindi buon viso a cattiva sorte: "Credo che sia meglio un pò di cautela all'inizio che dover poi rincorrere una ripartenza della corsa del virus. È meglio avere un pò di cautela iniziale e cercare di metterci in sicurezza: anche perché dobbiamo fare il Natale e dobbiamo farlo con una certa libertà"

Zona rossa e zona arancione: ecco cosa cambia 

Il mondo scientifico frena

Se la Regione, incalzata soprattuto dalle categorie produttive, spinge per un allentamento delle misure restrittive contentute nell'ultimo Dpcm, gli esperti continano invece a invitare alla prudenza. Massimo Galli, ordinario di Malattie infettive alla università Statale di Milano e direttore Malattie infettive dell'ospedale Sacco, proprio mentre Fontana parlava su Canale Cinque era ospita ad Agorà su Rai Tre e ammoniva: "Per quanto riguarda i morti, ne vedremo anche altri. Questa cosa soltanto a dirla mi dà angoscia, ma ne vedremo ancora perché i processi sono in cammino: le infezioni che sono già avvenute fatalmente producono anche questo. Inoltre, siamo pericolosamente vicini alla fatidica soglia dei 4mila pazienti in rianimazione. E se le rianimazioni si svuotano, se hanno un ricambio, purtroppo lo hanno più con i decessi che con le dimissioni".

Ats Milano: "Mantenere le restrizioni"

Sulla questione zona arancione/rossa è intervenuto anche Vittorio Demicheli, direttore sanitario di Ats Milano: "Sono decisioni che non spettano ad Ats, soprattutto penso spettino al governo - ha detto ai microfoni di Rai News 24 -. Dal nostro punto di vista abbiamo bisogno di accelerare la decrescita, bisogna che usciamo da questa situazione di crisi degli ospedali nel più breve tempo possibile". E per accelerare la decrescita delle infezioni, "l'unico modo è mantenere ancora per un pò le costrizioni, non solo a Milano ma in tutta Italia - ha aggiunto -. Abbiamo bisogno di scendere rapidamente nel numero di nuovi contagi e, per fare questo, bisogna ovviamente mantenere limitazioni di contatto fisico e di attività sociali ancora per un pò".

I numeri

La discussione a distanza si inserisce in un contesto numerico che, ieri, vedeva la Lombardia contare ancora quasi 8.500 contagi. In regione si manifestano poi particolari situazioni di criticità in alcuen province, come quelle di Monza e Brianza, del Varesotto e del Comasco e ovviamente di Milano