LAURA OLGA MARIA DE BENEDETTI
Cronaca

Lodi, via dedicata a Luigia Mazzini Folli, deportata a Ravensbruck: “Due soldati russi la salvarono, caricandosela sulle spalle”

La nipote Marinella all’intitolazione della nuova strada alla nonna partigiana, voluta da circa 300 studenti delle scuole Cazzulani, Bassi, Vegio e Volta, con Toponomastica femminile, Snoq e Comune: “Quei due uomini, negli anni ’60, vennero dall’Urss per incontrarla”

Lodi, 17 novembre 20232 – “Sono stati i russi ad entrare nel campo di concentramento di Ravensbruck dove era rinchiusa mia nonna. Lei non era più in grado di fare neppure un passo. Non so come abbiano comunicato, loro non parlavano nemmeno il francese. Ma due di loro se la sono caricata sulle spalle e se la sono portata a piedi nella loro marcia, a piedi, attraverso la Germania, e l’hanno consegnata alla Croce Rossa ai confini con la Svizzera”.

"Coraggiosa e generosa”

Ha commosso i tanti presenti, questa mattina, all’intitolazione, tra il parcheggio dell’ospedale e l’imbarcardero, della nuova via Luigia Mazzini Folli, partigiana di Lodi nata nel 1897 e deportata il 16 agosto del ‘44 a Ravensbruck, in Germania (numero di matricola 77351), fatta da una delle nipoti, Marinella Folli.

Presente col fratello Massimo, la testimone ha raccontato vari episodi di quella nonna “atea e comunista”, dal carattere forte e non facile, ma senz’altro “coraggiosa e generosa” che durante il fascismo entrò nella rete clandestina, ospitando in casa diverse persone perseguitate dai fascisti. Luigia Mazzini Folli, all’epoca 47enne, viveva in via Vecchio Bersaglio, proprio vicina a quel fiume, l’Adda, a cui conduce ora il viale a lei intitolato.

Nascondeva i fuggiaschi dai fascisti

“In fondo alla sua strada – ha ricordato la nipote – esisteva un bordello, c’era un continuo via vai, e per questo la sua casa era ritenuta un luogo idoneo a nascondere i fuggitivi”. Questa donna coraggiosa faceva parte della rete partigiana costituita anche dall’ex sindaco socialista Ettore Archinti ed aveva ospitato diverse persone, tra cui dei paracadutisti inglesi che, nel corso di quella retata vennero catturati insieme a lei e ad Archinti. A fare la “spia”, ricorda ancora la nipote, fu “uno sbandato” che la nonna, per generosità, ospitò in casa insieme agli altri.

La “generosità” dei soldati russi

L’ex sindaco, ha ricordato, “fu l’unico a non tornare” (morì nel campo di concentramento di Flossenburg). La partigiana invece, si salvò grazie a quei soldati russi, alla loro “generosità”. Ma il racconto non finisce qui: “Quelle due persone, negli anni ’60, pur vivendo nell’Urss, ottennero il permesso di venire a trovare mia nonna: le portarono in regalo due quadri. Anche i prigionieri inglesi vennero in quel periodo a Lodi a ringraziarla”.

La nipote ha ricordato la determinazione di sua nonna, morta poi a Lodi nel 1985, anche quando, nel 1918, a 21 anni, si recò, quando le donne a stento uscivano di casa da sole e in un’Italia devastata dalla guerra, nel Carso a trovare il fratello ferito in un ospedale da campo: riuscì ad essergli accanto mentre moriva. E si è detta sicura che oggi quella nonna dal carattere un po’ burbero, sarebbe stata felice dell’intitolazione e dello studio che ha coinvolto così tanti studenti e scuole di Lodi.

300 studenti di 3 scuole e il premio nazionale

A riportare alla luce la figura di Luigia Mazzini Folli è stato il lavoro di ricerca effettuato da 13 classi per un totale di 300 studenti, con la guida di 11 docenti, di tre scuole: l’istituto comprensivo Francesco Cazzulani, il tecnico Agostino Bassi, i licei Alessandro Volta e Maffeo Vegio su Mazzini Folli e sulle sorelle Boccalini. Un’attività che ha meritato nel 2022 il premio speciale “Scuola in verticale”, al IX Concorso Sulle vie della Parità di Toponomastica femminil.

La ricerca in eredità agli altri studenti

Gli studenti, coordinati dalle docenti, hanno raccolto una notevole quantità di materiale, dall’intervista a Luigia Mazzini Folli registrata nel 1976 dallo storico Ercole Ongaro fino all’intervista a Luisa Folli, altra nipote che vive a Lodi.

E tra i tanti lavori realizzati e lasciati in eredità ai futuri studenti, spicca anche una (ipotetica) video intervista alla partigiana per le vie di Lodi, fatta da alcune studenti, in cui la donna si racconta.

In tanti a ricordare Luigia

Questa mattina all’intitolazione erano presenti due classi della media Cazzulani, con docenti e preside, che ha voluto essere presente, e alcune delegazioni di studenti degli altri istituti con le insegnanti, comprese due universitarie che avevano partecipato al progetto nel 2021, nonché le docenti, le forze dell’Ordine, il parroco, referenti delle associazione Toponomastica femminile e Se Non ora, quando? Snoq Lodi (che ha coordinato l’attività tra scuole, associazioni e Comune fino allo svelamento della targa; l’evento era previsto lo scorso 10 novembre ma era stato rinviato al 17 novembre a causa del maltempo e della piena dell’Adda) e la vicesindaca, Laura Tagliaferri.