Lodi, il racconto: "Odissea per vaccinare mio figlio disabile"

La testimonianza della mamma di un ragazzo: "Al medico sono arrivate 25 dosi, ne servono 550"

Vaccino antinfluenzale

Vaccino antinfluenzale

Lodi, 11 novembre 2020 -  «Per mio figlio, ragazzo affetto con una grave disabilità motoria, il vaccino antinfluenzale ancora non c’è". Lo sfogo è di una mamma lodigiana, avvocato conosciuto in città, che ieri ha ricevuto l’ennesima notizia negativa dal medico di famiglia. Dal 3 novembre sta passando intere giornate tra telefono, call center e app regionali, per cercare in tutti i modi di ottenere il vaccino per l’influenza per suo figlio che rientra tra le categorie più delicate. "Il nostro medico di famiglia mi ha detto stamattina (ieri per chi legge, ndr ) che gli sono arrivati 25 vaccini antinfluenzali e che dovranno servire per coprire la richiesta di oltre 550 persone in lista d’attesa – spiega –. Sono troppo pochi, perché la precedenza dovranno averla i malati oncologici e in dialisi costretti quindi a rivolgersi costantemente agli ospedali per continuare le cure. Tra gli esclusi invece c’è anche mio figlio, che al momento non è stato chiamato per fare la vaccinazione che comunque lui ha sempre fatto. App Salutile non funziona, la prenotazione online non funziona, al numero verde dopo ore di attesa mi hanno detto che era impossibile prenotare perché l’agenda del centro vaccini di Lodi è satura; al centro vaccinazioni non si può fare prenotazione via mail. Un girone infernale".

L’unica soluzione è il privato, e neanche vicino a Lodi: tra i colossi della sanità privata lombarda questa famiglia lodigiana è riuscita ad avere garanzie di poter fare il vaccino a Brescia, Milano e Monza. "Il vaccino costa 65 euro. Non è una questione solo di soldi: per muovere mio figlio da casa devo organizzarmi. Inoltre le strutture dove c’è disponibilità sono in zone dove il virus sta circolando più che nella nostra provincia. È un rischio che non voglio correre". Da quando è iniziata l’emergenza sanitaria la famiglia del 26enne è stata costretta a chiudersi letteralmente in casa per evitare di mettere a rischio la salute del ragazzo. "Continueremo a restare a casa fino a quando non ci diranno che dovremo fare il vaccino – conclude la mamma –. La Regione ci deve delle risposte perché in altre regioni la campagna per i vaccini, almeno per le persone più a rischio, è stata conclusa da giorni".