
Ha indagato la guardia di finanza di Lodi
Lodi, 12 giugno 2024 – Truffa aggravata ai danni di una famiglia di imprenditori, scatta il sequestro preventivo di 291.000 euro. La guardia di finanza di Lodi ha indagato tre uomini accusati di truffa aggravata ai danni di un nucleo familiare di imprenditori lodigiani. Gli accertamenti sono scattati quando gli imprenditori, che gestiscono un’azienda in provincia di Lodi, hanno querelato gli interessati. E una volta raccolti gli elementi probatori, la Procura di Lodi ha emesso d’urgenza il sequestro preventivo. Per i militari, infatti, sarebbe di oltre 291.000 euro la cifra derivante dal reato di cui sono accusati gli interessati.
Secondo l’accusa, in una prima fase, i presunti responsabili avrebbero inviato un messaggio telefonico ingannevole a un componente del suddetto nucleo famigliare, rappresentativo di un pagamento bancario mai disposto dallo stesso. Il messaggio conteneva un link al quale il destinatario avrebbe dovuto accedere per disconoscere l’operazione. Nella seconda fase, dopo l’accesso al suddetto link da parte della vittima, uno degli indagati, presentandosi telefonicamente come funzionario dell’Agenzia delle Entrate, le ha fatto falsamente fatto credere di essere vittima di una frode online, provocandole uno stato di allarme e preoccupazione e inducendola a ritenere che i conti correnti dell’azienda di famiglia e dei membri dello stesso nucleo famigliare fossero stati violati per effetto di un attacco informatico.
Il falso funzionario ha così raggirato l’interlocutore convincendolo che, per salvaguardare le disponibilità finanziarie dell’azienda di famiglia e in generale, del proprio nucleo famigliare, avrebbe dovuto effettuare varie disposizioni di bonifico a favore di alcuni conti “sicuri”, intestati a funzionari della stessa Agenzia. Questo con la promessa della successiva restituzione, attraverso l’alimentazione di un nuovo conto corrente, intestato agli imprenditori raggirati. Il soggetto truffato ha quindi effettuato vari bonifici, per un totale di oltre 291.000 euro. Movimentazioni bancarie eseguite a favore dei nominativi indicati dall’inesistente funzionario dell’Agenzia delle Entrate. Ma i conti correnti su cui sono stati accreditati i soldi erano intestati agli indagati. Da qui, secondo la Procura, la necessità di impedire, col sequestro, che i tre uomini potessero utilizzare o spostare il denaro accumulato.