Professore ucciso a Tarquinia, ex tecnico condannato a 25 anni

Condannato a 25 anni e due mesi di carcere, più dei 23 anni chiesti dall’accusa. È la sentenza di primo grado pronunciata ieri dalla Corte di Assise di Roma nei confronti di Claudio Cesaris, 69enne di Pavia, ex tecnico universitario in pensione, a processo per l’omicidio di Dario Angeletti, biologo marino e professore associato all’università della Tuscia, ucciso il 7 dicembre 2021 nel parcheggio delle Saline a Tarquinia (in provincia di Viterbo) con due colpi di pistola. Il pm della Procura di Civitavecchia Alessandro Gentile aveva chiesto 23 anni di carcere per l’imputato, accusato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla premeditazione per aver agito "nei confronti di persona che frequentava la ex compagna, dopo aver assunto informazioni sul conto della vittima, effettuato pedinamenti e sopralluoghi, essersi informato sulla possibilità di localizzare un telefono spento e sulla percentuale dei casi irrisolti di omicidio, essersi procurato un’arma diversa da quelle denunciate e con essa aver atteso che la vittima uscisse dal lavoro".

Cesaris era inizialmente accusato anche di atti persecutori nei confronti della ex, accusa poi caduta, anche se l’ossessione per la ricercatrice 39enne di Abbiategrasso rientra nel quadro del movente dell’omicidio. Alla lettura della sentenza di ieri erano presenti i familiari della vittima. Nella precedente udienza Claudio Cesaris, che aveva già confessato il delitto pur negando la premeditazione, con una dichiarazione spontanea davanti alla Corte aveva detto di non riconoscersi in quello che aveva fatto: "È passato più di un anno e non mi riconosco in quello che ho fatto – aveva detto il 69enne difeso dagli avvocati Alessandro De Federicis e Michele Passione – ho avuto una vita integerrima. Tutto questo mi dà un immane dolore, ho privato una famiglia di un loro caro e non c’e’ una giustificazione. Voglio chiedere perdono per quello che ho fatto". S.Z.