LUCA RAIMONDI COMINESI
Cronaca

Prime elementari nel Lodigiano, “servono deroghe”. I Comuni: qui la denatalità pesa

A settembre in diversi centri abitati il servizio potrebbe non essere garantito: “La riorganizzazione dei trasporti scolastici suggerita da Provveditorato e Regione non è la soluzione”

Livio Bossi, presidente dell’Associazione Comuni del Lodigiano e sindaco di Boffalora

Livio Bossi, presidente dell’Associazione Comuni del Lodigiano e sindaco di Boffalora

Lodi – Prosegue la battaglia dell’Associazione dei Comuni del Lodigiano (Acl) in difesa delle “piccole scuole” alle prese con le difficoltà di mantenere attivo il servizio della primaria soprattutto nei centri più piccoli. Sono diversi, infatti, gli ostacoli che amministratori e dirigenti devono affrontare da tempo per garantire una piena continuità nelle classi.

Primo su tutti l’inverno demografico che, come spiega Livio Bossi, presidente dell’Acl (Associazione e sindaco di Boffalora, “nella nostra provincia è particolarmente evidente. È indispensabile adottare una visione strategica per il futuro del sistema scolastico. I nostri comuni non possono essere ridotti a mere realtà senza servizi e senza scuole”.

Considerazioni che da mesi Bossi e i sindaci della provincia stanno portando all’attenzione dell’Ufficio Scolastico Territoriale e alla dirigenza dell’Ufficio Scolastico Regionale. Nonostante ciò, molti comuni della provincia da settembre dovranno rinunciare all’apertura delle classi prime a causa del mancato raggiungimento del numero di alunni iscritti richiesti dal ministero dell’Istruzione. Una soglia che per numerose amministrazioni comunali si è rivelata insormontabile. Circa la metà dei comuni del territorio non ha infatti raggiunto il limite minimo di 15 alunni. A tal proposito, anche su spinta dell’Acl, l’Ust si era detto disponibile ad acconsentire l’apertura delle prime sezioni di scuola elementare che contassero almeno 13 bambini.

“La nostra iniziativa comunque andrà avanti – spiega Bossi – continueremo a sostenere i comuni che vogliono mantenere le realtà delle scuole elementari, ancora punto di forza di queste realtà periferiche”. Il presidente di Acl non si accontenta delle risposte ricevute finora da Provveditorato e dagli uffici regionali che suggerivano una riorganizzazione tra comuni per il trasporto degli alunni nei paesi vicini. “Il nostro territorio è vasto ed esteso, composto da una rete di piccoli paesi non sempre limitrofi tra loro, il che determina inevitabili difficoltà logistiche e di collegamento. Scaricare interamente sui comuni l’onere del trasporto appare una soluzione semplice, ma non realmente efficace e né sostenibile. Il Lodigiano non è una grande metropoli, dove le scuole e i servizi si trovano a breve distanza e la mobilità è facilitata”.

“Inoltre – prosegue il primo cittadino – non si può pretendere che bambini di sei anni siano sballottati e trasportati in modo frammentario come se fossero già autonomi”. La soluzione non può dunque che risiedere nella deroga alla normativa nazionale, appellandosi al principio di autonomia scolastica. E Bossi chiede dunque di riaprire nuovamente la trattativa iniziata mesi fa, con la quale i comuni del Lodigiano potrebbero venire assimilati ai paesi di montagna e ricevere dunque un trattamento particolare per l’apertura delle prime classi elementari.