CARLO D'ELIA
Cronaca

Lodi, morta con un ultraleggero: "Chiedo giustizia per mia figlia"

A 9 anni dall’incidente in cui perse la vita Silvia Bianchini, il padre non ha ancora avuto alcun risarcimento

Fabrizio Bianchini

Lodi, 15 dicembre 2019 - Da oltre nove anni aspetta che sia fatta giustizia. Per Fabrizio Bianchini, 57 anni, la morte della sua unica figlia Silvia ad appena 16 anni sarà per sempre un macigno che porterà nel cuore. La ragazza che perse la vita il 5 aprile 2010 su un volo a bordo di un ultraleggero che proprio il padre le aveva regalato. Una tragedia che sconvolse i lodigiani. "È un dolore che non mi lascia mai", dice ancora oggi il genitore con gli occhi lucidi stringendo la foto della sua piccola. Con Silvia nel velivolo che cadde mentre stava sorvolando l’Adda perse la vita il pilota Giacomo Andena, lodigiano di 62 anni. Sulle cause dello schianto la procura di Lodi aprì un’inchiesta. La vicenda penale per omicidio colposo si chiuse subito per la morte del reo. Il filone civile invece è ancora oggi aperto.

Sempre al fianco di Fabrizio il fratello Pietro, 61 anni, volti conosciuti a Lodi per aver gestito per sette anni un bar in piazzale Fiume. "La nostra famiglia è stata distrutta da questa enorme tragedia - spiega Fabrizio Bianchini -. Sono stati nove anni difficili". Nel maggio 2013 il procedimento civile arrivò alla prima sentenza in tribunale a Lodi. Il giudice calcolò un risarcimento di diverse centinaia di migliaia euro da versare ai genitori. Ma la controparte, la compagna del conducente del velivolo che ereditò diversi milioni di euro, non accettò. Nel frattempo il giudice però non impose il sequestro cautelativo per bloccare i conti correnti. Così all’udienza successiva, nel 2014, Bianchini scoprì che la donna non aveva più nulla di intestato e che tutto era stato investito in un fondo in Lussemburgo. Risultato? Il conto non era più pignorabile.

"Non potevamo crederci - racconta Fabrizio Bianchini assistito dall’avvocato Lorenza Cauzzi del Foro di Lodi -. Non ci sono soldi che potranno ridarmi la mia Silvia, ma chiediamo giustizia. Ci siamo sentiti presi in giro dal tribunale e dalla parte in causa". Dopo diverse udienze rinviate per le scomparse del fascicolo e a causa del cambio del giudice, il caso tornerà in aula il 24 gennaio. "La nostra speranza è che si possa chiudere definitivamente questa vicenda giudiziaria", dicono Fabrizio e Pietro Bianchini.