
A sinistra, Andrea Viani ed Enrico Bosani del Coordinamento lodigiano per il diritto alla salute
Lodi – Tre casi che, secondo i referenti del Coordinamento lodigiano per il diritto alla salute, sono indice di un “reale malfunzionamento del servizio sanitario locale”. Al centro, la presa in carico dei pazienti.
I tre casi riguardano infatti l’accesso alla diagnosi e al ricovero, “due passaggi basici e fondamentali per la cura – spiega Andrea Viani, uno dei portavoce -, definiti sulla base dei tempi massimi di attesa che devono essere rispettati obbligatoriamente”. Recriminano anche la mancanza di attività di controllo e verifica. “Attività che spetterebbe al direttore generale dell’Asst di Lodi, Guido Grignaffini”, aggiungono i referenti del Coordinamento. Spettava, infatti, al medico specialista dell’ospedale Maggiore di Lodi programmare e prenotare gli accertamenti prescritti al paziente del primo caso.
La visita dermatologica di controllo, riguardante un tumore alla pelle, prevedeva un termine massimo di 30 giorni. Una volta mancata la prenotazione da parte del dermatologo della visita di controllo, il paziente ha deciso di occuparsene in autonomia ma ha ottenuto un appuntamento alla Casa di Cura San Pio X (Humanitas) solo per il 12 maggio 2026. A quel punto ha fatto ricorso, in quanto la data era ben oltre i 30 giorni previsti dalla ricetta stessa. L’Humanitas ha risposto al paziente che è la “struttura ospedaliera di Lodi, dove è stata emessa la ricetta, a doversi impegnare nella ricerca del posto”. Una risposta che ha trovato d’accordo anche il direttore Grignaffini. “Humanitas ha ragione, purché essa e le altre strutture private facciano lo stesso con i nostri pazienti” ha ribattuto.
A corollario di questo caso il coordinamento ha citato il caso di un’altra paziente che si è vista fissare un appuntamento per la visita dermatologica di controllo (che l’ospedale di Lodi avrebbe dovuto erogare entro 120 giorni) in data 15 marzo 2027, 21 mesi oltre il termine massimo di scadenza. Quella che per il Coordinamento lodigiano per il Diritto alla Salute è “l’ennesima inadempienza da parte dei medici specialisti e del direttore Grignaffini”. Anche in questo caso il Coordinamento ha presentato ricorso.
Diverso invece il focus degli ultimi due casi, dove a venir meno sono state le prestazioni di ricovero. Nel primo, il medico specialista aveva dimenticato di specificare e indicare la classe di priorità nella richiesta di ricovero programmato per un paziente affetto da tumore maligno alle vie urinarie. Un ricovero che l’uomo avrebbe dovuto fare entro 10 giorni e svoltosi dopo 40. Inoltre, ultimo caso quello di un intervento chirurgico di asportazione di una cisti sebacea che il paziente avrebbe dovuto effettuare entro 20 mesi, come prescritto dal medico e disattendendo tutte le procedure di ricovero programmato, per le quali può essere fissata una scadenza massima di 12 mesi.
“È una specie di far west – evidenzia Enrico Bosani, sempre del coordinamento – dove non ci sono controlli e verifiche, e dove vengono meno i diritti delle persone”. Per tale motivo dal Coordinamento annunciano che i fatti verranno segnalati all’Asst di Lodi, all’assessorato di Regione Lombardia e ai Nas.