PAOLA ARENSI
Cronaca

La partecipazione attiva Un nuovo regolamento per arruolare i cittadini

I lodigiani possono intervenire là dove il Comune da solo non arriva. Come il gruppo che vuole occuparsi della scalinata del Carmine.

La partecipazione attiva  Un nuovo regolamento  per arruolare i cittadini
La partecipazione attiva Un nuovo regolamento per arruolare i cittadini

di Paola Arensi

C’è chi vuole prendersi cura della scalinata dove trascorreva ore con gli amici da giovane; chi intende tenere in ordine le fontane cittadine; e ancora, le mamme che potrebbero aiutarsi a vicenda nell’accudimento dei figli. Ora, grazie al Comune di Lodi, la partecipazione attiva alla vita della comunità sarà possibile. "Siamo riusciti ad approvare il nuovo Regolamento sulla partecipazione: l’ultima versione era del 1998 e mancavano strumenti innovativi della normativa del Terzo settore, indicazioni sulla gestione dei beni comuni e sui patti di cittadinanza – spiega l’assessore Mariarosa Devecchi (nella foto), delegata alla Partecipazione – Quella versione ha costituito solo la base di partenza per costruire un percorso di partecipazione".

Molti credono che la partecipazione sia incontrare i cittadini per raccogliere le lamentele e rispondere alle loro necessità: "Invece si tratta di qualcosa che aumenta la democrazia di un’Amministrazione. I cittadini, con strumenti diversi, possono mettersi a disposizione dell’Amministrazione dove il Comune non riesce ad arrivare – ricorda Devecchi – Una comunità ha bisogno infatti di poter trovare altre forme di soluzione, per andare incontro alle necessità e al benessere dei cittadini coinvolgendo parrocchie e Terzo settore per trovare anche spazi adeguati. Lo strumento della prossimità esce dagli spazi comunali per creare almeno tre o quattro spazi più diffusi in città, dove i vicini possono creare relazioni tra loro per il benessere del quartiere e del territorio, nonché sostegno e promozione di cultura. Le chiamo “porte di comunità“, aperture dell’Amministrazione verso il territorio: non è più solo il cittadino a doverci raggiungere per forza in municipio. Servono però risorse economiche e umane". Poi l’auspicio: "Dovrei ottenere da settembre una struttura che lavori proprio sulla partecipazione. Non esistono un ufficio né un dirigente preposti, perché servono risorse per i facilitatori che ricevono le domande e le proposte oltre a gestire l’Albo dei volontari, coinvolgendo i vari uffici del Comune. Cosa che in pandemia sarebbe stata utilissima".

Per esempio c’è un gruppo di cittadini affezionati alla scalinata del Carmine, che porta dalla città bassa al centro. "Sono in gran parte giovani pensionati attivi, affezionati a quel posto perché da ragazzi ci si sedevano a parlare e cantare. Vorrebbero pulire le caditoie, verniciare la ringhiera. Ci era stata data l’idea di abbellire i gradini con opere d’arte da realizzare insieme ai ragazzi del liceo artistico Piazza. Ma senza i “patti di cittadinanza“, con cittadini organizzati o gruppi informali, questo non si può fare: serve qualcuno che li segua e attivi per loro un’assicurazione a carico del Comune". Conclude l’assessore: "Non attiveremo solo servizi per i bisogni primari, come la cura reciproca dei figli, dei disabili eccetera. Si possono organizzare anche gruppi di lettura o mettere a frutto competenze e passioni dei residenti".