Conto alla rovescia per la tradizionale fiera agro-zootecnica giunta alla edizione numero 233: il 19 e il 20 novembre si alzerà il sipario sull’expo che quest’anno sarà dimezzata, a causa della mancanza dei capi bovini per lo spauracchio della cosiddetta “lingua blu“, la febbre catarrale che colpisce i ruminanti. Pure il settore degli ovini ha dato forfait. In questo ultimo periodo il polo fieristico è un cantiere a cielo aperto e i lavori fervono per chiudere gli ultimi interventi (soprattutto la parte esterna) prima del taglio del nastro della due giorni. Senza la regina della mostra, la mucca Frisona (vi sarà solo una sparuta rappresentanza con alcuni capi portati dai ragazzi dell’Istituto agrario Tosi), si darà spazio, oltre al settore equino, ancor di più all’aspetto commerciale e agroalimentare, mentre ci sarà tempo per l’approfondimento e la riflessione nel momento in cui l’annata agraria finisce. È stato messo infatti in calendario, per il 19 novembre dalle 14, un convegno che cercherà di andare a fondo del terribile panorama delle malattie infettive che sta interessando gli animali da stalla e da cortile, tra blu tongue, peste suina ed aviaria. Il titolo del simposio è provocatorio e diretto: “Si sta facendo davvero tutto per proteggere il valore della filiera zootecnica della Lombardia?“.
Alla tavola rotonda parteciperà l’assessore regionale all’agricoltura, Alessandro Beduschi, oltre ai funzionari della Coldiretti che ha organizzato la giornata. Interverranno anche i massimi esperti e i vertici delle autorità sanitarie che spiegheranno la situazione attuale e le strategie prossime future per contrastare e arginare i fenomeni virali sempre più aggressivi.
M.B.