LAURA DE BENEDETTI
Cronaca

Lodi: rosticciere scrittore pubblica “La coppa è servita”, dedicato all'Inter

L'autore è Francesco Rovida

Francesco Rovida mostra la copertina del suo libro

Lodi, 3 marzo 2019 «Per la mia storia, ambientata tra stadi e rosticceria, tra campioni e clienti, ho scelto la stagione ‘93-‘94, quella che meglio rappresenta la storia un po’ “pazza” dell’Inter: quell’anno la squadra finì quintultima in campionato ma vinse la coppa Uefa. Vedere su internet quelle sconfitte, derby compresi, 25 anni dopo fa ancora male». Francesco Rovida, 36 anni, che gestisce col gemello Angelo e col papà 75enne Ernesto la storica rosticceria di corso Roma, ha sempre lavorato in negozio ma nel frattempo si è diplomato al liceo classico Verri, ha preso la laurea in Economia, ha seguito in maniera sfegatata ogni passo della Beneamata e ora, mescolando insieme tutti gli ingredienti e aggiungendo lo spirito arguto e una penna un po’ goliardica, ha dato alle stampe “La coppa è servita” (3mila copie, terzo libro dopo due monografie su giocatori), che vanta la prefazione di Gianpiero Marini. Proprio il campione di Lodi che fu allenatore di quella stagione e che, con altri due lodigiani, militava nei nerazzurri: Riccardo Ferri, allora difensore, e Giuseppe Giavardi, a quei tempi allenatore della Primavera.

Ma tra i “protagonisti” anche tanti lodigiani, clienti abituali cui è stato cambiato il nome, e le cui storie si intrecciano con sconfitte e vittorie fino al trionfo in Coppa Uefa, e la giovane che poi, nella vita, Francesco ha sposato. E così il racconto scorre piacevole anche per chi è a digiuno di sport ma si fa prendere dalla “signora Palmira” a cui il prosciutto va servito con particolare attenzione perché rappresenta «la minaccia più grave per la stagione»: i clienti infatti vengono divisi dai due gemelli al bancone tra chi porta fortuna e chi rogna all’Inter. Ci sono anche il fornitore milanista, gli edicolanti fratelli “Antenna”, juventini, e i personaggi della “curva” allo stadio, come “Sentenza”, che fa avverare il contrario di quanto ha appena detto, come un gol all’ultimo minuto del Milan nel derby che porta l’Inter dal vantaggio alla parità.

«Sono stato per la prima volta allo stadio quando avevo 8 anni – ricorda Francesco Rovida – pareggio 0 a 0 con l’Ascoli. Mamma e fratello interista e papà juventino. Da tifoso ho sempre letto molto, poi la passione mi ha portato a scrivere, anche se il negozio viene sempre prima: è un libro spensierato che mi rispecchia molto. Faccio le presentazioni nei club dell’Inter, fino a Salerno. Prima di andare in stampa con “La coppa è servita” ho avuto l’onore di fare una foto con la Coppa Uefa di quell’anno: per rispetto non l’ho presa neanche in mano. Il mio giocatore preferito? Difficile dirlo. Forse Angelo Orlando, uno di quelli che ci mette l’anima, senza picchi particolari, facendo da jolly in ruoli diversi, un po’ come me, qui nel negozio: con la mia laurea gestisco i fornitori ma sto anche dietro al bancone, a servire la coppa».