In lotta per condizioni migliori Icr, i lavoratori accettano la tregua

In settimana il patron Martone ha incontrato gli addetti. Ieri convocate le assemblee interne. Il sindacalista Rigoldi: sospendiamo le proteste e chiediamo all’azienda un incontro per riaprire la trattativa.

In lotta per condizioni migliori  Icr, i lavoratori accettano la tregua

In lotta per condizioni migliori Icr, i lavoratori accettano la tregua

di Paola Arensi

Dopo gli scioperi delle scorse settimane al colosso della cosmesi Icr di Lodi, l’incontro dei lavoratori con l’azienda e una sostanziale fase di stallo ieri sono state organizzate le assemblee dei dipendenti. Il responsabile di Ugl chimici Milano e Lombardia Milano e Lombardia Fabrizio Rigoldi ha annunciato "su richiesta dei lavoratori, che si dimostrano responsabili, sospendiamo per qualche giorno le manifestazioni di protesta e chiederemo a stretto giro all’azienda un incontro per riaprire la tratattiva, altrimenti persevereremo". Il fondatore e patron della Icr, Roberto Martone in questa settimana ha incontrato personalmente i dipendenti. Dall’azienda ieri è arrivato un "no comment" ai contenuti del confronto. I dipendenti ieri hanno deciso di optare per una tregua. "Gli è stato detto che, altrimenti, non saranno sentite ragioni. Speriamo quindi che in ditta ci incontrino" precisa il sindacalista. E’ questo l’esito delle assemblee della Rsu targata Ugl e Uil per decidere come proseguire nelle azioni di protesta. La trattativa infatti non c’è ancora stata e i 500 lavoratori, dopo tre scioperi molto partecipati, promossi a fine marzo, aprile e maggio, sperano in una svolta. La fabbrica è contoterzista per conto di diversi marchi big della moda italiana. Gli addetti chiedono maggiorazioni riconosciute per il lavoro notturno e condizioni differenti in generale al turno di notte, mal accettato da molte lavoratrici, perché difficilmente si concilia con le esigenze genitoriali e familiari.

"Tre sono stati i temi principali trattati nelle assemblee – dettaglia Rigoldi –. L’andamento aziendale, perché l’anno scorso era emerso che l’accordo con un big della moda avrebbe fatto uscire dal tunnel l’azienda e ora che quella realtà sta prendendo accordi con terzi, e si teme quindi che il rilancio sfumi; riapertura del tavolo per discutere il premio di risultato, raggiunto con gli obiettivi di quest’anno e da erogare l’anno prossimo; il congelamento delle iniziative di protesta perché, nella riunione, la proprietà ha detto che, altrimenti, non si siederà mai al tavolo". "Ci fermiamo una decina di giorni – conclude Rigoldi – e chiederemo a stretto giro un incontro, altrimenti ricominceremo a protestare. Nel frattempo, speriamo ci concedano un faccia a faccia e si inizi a ragionare insieme. Eventualmente incontreremo ancora i lavoratori per capire come muoverci".