Esuberi alla ex Curioni di Galgagnano, piccolo passo avanti

Nel quarto confronto sindacale l’azienda si è detta disponibile a verificare la possibilità di ricorrere alla cassa integrazione straordinaria

I dipendenti in picchetto sotto la sede di Assolodi

I dipendenti in picchetto sotto la sede di Assolodi

Lodi, 14 novembre 2019 -  "A rischio non ci sono solo i posti di lavoro, ma il futuro di 59 famiglie". Si sono fatti sentire ieri i lavoratori coinvolti nell’improvvisa crisi del polo produttivo di Galgagnano della multinazionale Bw Papersystems, che da settembre ha annunciato 59 esuberi a fronte di 81 dipendenti. Sotto la sede di Assolombarda in via Haussmann, mentre era in corso il quarto confronto tra le sigle sindacali, Rsu e l’azienda, i dipendenti hanno fatto sentire la loro presenza con tamburi e fischietti.

La società americana, che dal 2011 ha rilevato l’attività delle Officine Curioni, azienda con quasi un secolo di storia specializzata nella produzione di scatole in cartone ondulato e con una linea di quaderni, sembra comunque determinata ad arrivare alla chiusura del sito entro un paio di mesi. Sul punto sembra irremovibile e ha già rifiutato un confronto istituzionale in commissione Attività produttive di Regione Lombardia il 7 novembre, spiegando di voler affrontare la questione solo a livello sindacale. Dal 4 novembre, infatti, è stata aperta la procedura che porterà alla chiusura dello stabilimento lodigiano fissata per il 19 dicembre (data che potrebbe essere posticipata al massimo di un mese, il 19 gennaio 2020).

Coinvolti nella decisione della multinazionale di chiudere il polo industriale nel Lodigiano sono soprattutto lavoratori over 50. "Io per esempio sono 40 anni che lavoro in questa azienda – racconta Danilo Caserini, ‘storico’ delle ex Officine Curioni, con due figli a carico –. In questi anni abbiamo attraversato momento di difficoltà, ma anche momenti di grandi soddisfazioni. Ora dopo tanti anni di sacrifici mi mancano tre anni alla pensione. Spero che si riesca a trovare una soluzione per poter affrontare con serenità questo passaggio". Un primo allarme tra i dipendenti era già scattato in primavera. A maggio però l’azienda, tramite il direttore della Bw Papersystems della sezione Europa, aveva assicurato ai lavoratori di stare tranquilli, che non c’erano rischi per i posti di lavoro. "Ci avevano assicurato che il 2020 sarebbe stato l’anno del rilancio – racconta Ezio Ghelfi, 53 anni –. Ora siamo in una situazione complicata. Per me non sarà facile rimettermi a cercare lavoro".

Da settembre è iniziata la fuga dall’azienda: in cinque, i più giovani o comunque assunti da poco, hanno già trovato un altro impiego. Gli altri invece hanno deciso di aspettare novità dalla trattativa sindacale. "Ho iniziato a portare il mio curriculum in giro, ma per il momento senza risposte – testimonia Giuseppe Grecchi -. L’azienda ha chiuso la trattativa su tutti i fronti. Siamo preoccupati perché noi con più di 50 anni ci giochiamo tutto. Sono finiti i tempi d’oro dell’azienda. Ricordo che negli anni Novanta c’erano oltre 200 dipendenti e un sacco di lavoro. Oggi invece siamo vicini alla chiusura. È una grande tristezza".

Intanto, ieri il confronto in Assolombarda ha portato a un piccolo passo avanti. "Finalmente - dice il segretario Fiom Cgil di Lodi, Massimiliano Preti - l’azienda ha detto che farà valutazioni per poter permettere ai lavoratori coinvolti di poter accedere alla cassa integrazione straordinaria. Significa che avranno un anno in più di disoccupazione prima di accedere ai due anni di Naspi. In più aspettiamo ancora novità per una ventina di dipendenti vicini al pensionamento". Il prossimo capitolo sulla vicenda si aprirà al ministero dello Sviluppo economico (sul confronto però non è ancora arrivata una convocazione ufficiale con il ministro Stefano Patuanelli). Lunedì invece riunione straordinaria convocata dal presidente della Provincia Francesco Passerini con tutti i parlamentari lodigiani (il ministro alla Difesa Lorenzo Guerini, il senatore Luigi Augussori, i deputati Guido Guidesi, Claudio Pedrazzini e Valentina Barzotti).