Lodi, la logistica Dhl divora altri terreni agricoli ma no a nuove assunzioni

A Borgo San Giovanni in pieno svolgimento i lavori per il raddoppio de i magazzini. Verranno assorbiti 150 lavoratori di cooperative già impiegati a Corteolona, nel Pavese

Una delle proteste dei lavoratori organizzate nei mesi scorsi davanti alla logistica di Ta

Una delle proteste dei lavoratori organizzate nei mesi scorsi davanti alla logistica di Ta

Borgo San Giovanni (Lodi), 13 settembre 2021 - Una distesa di prefabbricati al posto dei verdi campi agricoli. Proseguono senza sosta i lavori nel nuovo hub Dhl di Borgo San Giovanni, a due passi dal casello della A1 e che si affaccia sulla provinciale 235 Lodi-Sant’Angelo. Per ospitare il nuovo polo si è reso necessario riconvertire 160mila metri quadrati di area agricola che sono diventati “produttivi“ per la realizzazione dell’ennesimo polo logistico del territorio, uno dei più grandi della zona. Un progetto partito diversi mesi fa, ma che nelle scorse settimane ha subito un’accelerata. Un mese fa, poco dopo Ferragosto, è stata presentata una richiesta formale per poter procedere con il raddoppio della logistica di località Sacchelle a Borgo San Giovanni, dove è già sorto il polo logistico Dhl con due capannoni da 35mila metri quadrati. Il progetto punta alla creazione di altri due capannoni gemelli dei primi esistenti, per altri 35mila metri quadrati. E che non creerà nuova occupazione (poiché assorbirà 150 lavoratori di cooperative già impiegati al servizio di Dhl in trasferimento dal magazzino di Corteolona, nel Pavese). Una scelta che rischia di far discutere. Soprattutto dopo tutte le polemiche dei mesi scorsi con le tensioni scoppiate davanti alla logistica Zampieri holdings di Tavazzano con Villavesco, culminate con gli scontri tra i Si Cobas e alcuni all’interno della logistica. In quell’occasione la politica locale e regionale si era interrogata chiedendo di regolamentare un settore che ancora oggi è non ha regole ben precise sia a livello contrattuale per i lavoratori che a livello di occupazione del territorio. Pian piano le logistiche stanno divorando i campi agricoli del Lodigiano. A incidere sono le promesse di posti lavoro e le migliaia di euro che finiscono nelle casse degli enti locali sempre più in difficoltà. Piccoli investimenti per i colossi di un settore che con la pandemia ha guadagnato un ruolo determinante. Ma il tema della logistica è al centro anche di inchieste che interessano il Lodigiano. La Procura di Lodi ha chiesto il rinvio a giudizio per 17 persone coinvolte a vario titolo nelle indagini sul colosso lodigiano degli autotrasporti Plozzer di Lodi Vecchio. Le indagini della Guardia di finanza di Lodi, nel maggio 2020, avevano portato alla scoperta di una realtà che sfruttava i lavoratori e che in grado di emettere, secondo quanto raccolto dai finanzieri, 60 milioni di euro di fatture false e di creare fondi neri per circa 20 milioni. Gli indagati dovranno comparire davanti al gup di Lodi Francesco Salerno il prossimo 20 ottobre. Ma questa importante realtà nella distribuzione del fresco ai supermercati, con quasi 200 dipendenti, rischia di scomparire. Le sigle sindacali infatti sono al lavoro per chiarire quale sarà il futuro dei camionisti, che per paura di perdere il posto di lavoro accettavano di viaggiare giorno e notte senza riposarsi mai, con turni disumani fino a 18 ore, coinvolti rimasti senza stipendio.