Cinghiali sull'A1 a Borghetto Lodigiano, barriere sotto accusa

Toninelli ordina subito un’ispezione, la procura apre un’inchiesta

Il ministro con il mazzo di fiori deposto ai bordi dell’A1 accompagnato dal sindaco di Borghetto Lodigiano Giovanna Gargioni

Il ministro con il mazzo di fiori deposto ai bordi dell’A1 accompagnato dal sindaco di Borghetto Lodigiano Giovanna Gargioni

Lodi, 5 gennaio 2019 -  «Ho già  dato mandato all’Ufficio ispettivo territoriale di Milano di controllare le barriere lungo il tratto autostradale». Il ministro alle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli appena arrivato a Borghetto Lodigiano, vicino al cavalcavia di Livraga, sul luogo dove giovedì mattina è avvenuto l’incidente sull’A1 causato da un branco di cinghiali in attraversamento, si è accorto della presenza di un secondo buco nelle recinzione metallica che dovrebbe dividere il tratto autostradale della Milano-Napoli dai campi. Per questo è determinato a chiedere spiegazioni ad Autostrade per l’Italia.

I tre cinghiali hanno forzato la rete metallica della recinzione aprendosi un varco verso la carreggiata, che dista non più di sei metri dalla protezione. Toninelli, che ieri mattina ha portato un mazzo di fiori sul punto d’impatto delle tre auto coinvolte che è costato la vita al 28enne polacco Andrzej Slawomir Lombardi e il ferimento di altre dieci persone (uno grave), ha constatato con i propri occhi come la recinzione che separa l’Autosole dalla campagna lodigiana sia alta in alcuni punti meno di un metro. «Sono qui per dimostrare grandissima vicinanza alle famiglie coinvolte in questa assurda tragedia - spiega il ministro - Appena arrivato mi sono anche reso conto di una seconda falla nella rete di protezione. Anche se la rete fosse regolamentare, e io spero davvero che lo sia altrimenti sarebbe un grave inadempimento da parte del concessionario, deve comunque essere sostituita con reti maggiormente sicure, più solide, più alte e con basamento in cemento per impedire agli animali di scavarci sotto. Sono i aspetti minimi di sicurezza che devono essere garantiti da un concessionario che guadagna tantissimi soldi dalla concessione del suolo pubblico».

Intanto, Autostrade per l’Italia ha già sostituito il tratto di rete danneggiato dalla famiglia di cinghiali, ma in altri punti la recinzione appare comunque rovinata e in due tratti bucata e piegata. Sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta da parte della procura di Lodi che da subito ha sequestrato la parte di rete metallica dove i cinghiali sono passati. Il procuratore Domenico Chiaro è intenzionato a verificare se da parte di Autostrade per l’Italia possano esserci delle responsabilità per mancata manutenzione. Soprattutto dopo la scoperta degli inquirenti durante il sopralluogo sull’area di altri due punti della stessa rete di protezione, quella che divide la campagna dall’autostrada, dove sono evidenti due buchi creati dal passaggio di cinghiali. La procura ora dovrà capire se sono antecedenti al maxi tamponamento di giovedì mattina. «Indipendentemente dalla regolarità - rimarca Toninelli - questa rete va sostituita con una più sicura: è inammissibile che gli utenti della strada debbano avere paura perché un animale può attraversare in qualsiasi momento la sede autostradale. La rete è stata sostituita ma più avanti io stesso ho trovato un altro buco. La prima cosa che deve fare uno Stato serio è garantire sicurezza ai cittadini, e siccome questo è suolo pubblico gestito dai privati, i privati devono garantire efficienza e manutenzioni. Ho già chiesto all’Ufficio ispettivo territoriale di Milano di verificare la situazione della rete autostradale».