MARIO BORRA
Cronaca

Il centro profughi resta aperto: nel vuoto l’appello del sindaco dopo l’inchiesta sul terrorismo

Casalpusterlengo, Delmiglio aveva scritto al prefetto per chiedere l’immediata chiusura. L’uomo arrestato a Milano per istigazione aveva operato nella struttura come mediatore culturale

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Il sindaco di Casalpusterlengo Elia Delmiglio

Casalpusterlengo (Lodi) – Sono trascorse due settimane dalla richiesta, scritta dal sindaco Elia Delmiglio (nella foto) e rivolta al prefetto di Lodi, di chiudere il centro di accoglienza ricavato all’interno dell’ex hotel Fiesta, vicino alla stazione ferroviaria, ma, almeno fino a ieri, risposte non ne sono ancora arrivate. L’appello del primo cittadino era scaturito in seguito ad alcuni episodi, emersi nel corso dei mesi scorsi, l’ultimo del quale riguardava il mediatore culturale, un 27enne marocchino, arrestato a Milano dalla squadra mobile accusato di istigazione a delinquere con finalità terroristiche il quale in passato aveva operato all’interno del Cas casalino.

La circostanza era stata la classica goccia che aveva fatto traboccare il vaso visto che, in altre occasioni, la struttura era stata al centro dell’attenzione per episodi legati ad alcune risse ed intemperanze. “La situazione ha ormai raggiunto e superato un livello critico di disagio dei cittadini residenti nel quartiere che sempre più numerosi evidenziano una situazione divenuta non più sostenibile”, aveva messo nero su bianco senza mezzi termini il sindaco. La missiva era arrivata il 12 settembre sul tavolo del Prefetto il quale, ad oggi, non ha ancora risposto formalmente a Delmiglio.

Al momento, all’interno del Cas, gestito dall’associazione Fratelli di San Francesco, vi sono una cinquantina di richiedenti asilo di varie nazionalità (Tunisia, Costa d’Avorio, Senegal, Turchia, Nigeria, Mali, Algeria, Burkina Faso). L’amministrazione comunale, nell’ambito dei servizi Smart finanziati da Regione Lombardia, sta presidiando la zona dello scalo, effettuando periodici servizi di controllo, soprattutto serali.  In questa fase, dunque, il centro d’accoglienza rimane al suo posto. Resta da capire che risposta darà il prefetto al sindaco rispetto alla richiesta presentata quindici giorni fa. Non è escluso che il centro possa essere chiuso, ma servirebbe un’alternativa da reperire sul territorio.