Conservare tutto il possibile per mantenere la "memoria" del luogo, anche quanto non è protetto dalla Soprintendenza, o ipotizzare che qualcosa potrà essere sacrificato una volta iniziata l’interlocuzione con il proprietario dell’area sulla base di un progetto? Con il nuovo Pgt in itinere la ex Manifattura e i suoi oltre 40mila metri quadrati di superficie sono tornati in primo piano anche per il contrasto tra le previsioni del Pgt stesso e le attese di molti. L’ultimo atto del confronto è stata la commissione consiliare richiesta con urgenza dalle forze di minoranza e andata in scena a inizio settimana. A dare forza alla tesi del "conserviamo tutto il possibile" è in primis Franco Brumana, del Movimento dei Cittadini: l’ambito di trasformazione così come si presenta nella scheda del nuovo Piano di Governo del territorio apre la possibilità alla demolizione di una parte degli edifici che, seppur "storici", la Soprintendenza ha deciso di non tutelare.
"Il nuovo Pgt disciplina l’area della Manifattura nell’ambito di trasformazione AT 9 nel quale prevede la demolizione di due edifici e la costruzione di 9.100 metri quadrati destinati a residenza, albergo, uffici ed esercizi commerciali – è la posizione di Brumana –. Uno degli edifici da demolire era adibito a convitto. L’altro comprendeva la chiesa, il dormitorio, l’asilo e un piccolo teatro, con soffitto a cassettoni. Questi due stabili non sono vincolati, ma hanno un valore storico molto importante e la loro mancanza impedirebbe la percezione della complessità del monumento industriale e della sua natura di cittadella". Le nuove edificazioni concesse, inoltre, fatto un calcolo della metratura concessa, secondo Brumana imporrebbero la realizzazione – sempre potenziale – di edifici alti dodici piani. A chiedere conto di come si coniugano le intenzioni espresse dall’amministrazione e le previsioni del Pgt, invece, è stato il consigliere Federico Amadei: "Siamo certi che 2.500 metri quadrati di superficie commerciale e i circa 21mila metri cubi di edificazione previsti – si è chiesto Amadei – siano compatibili con l’idea del mercato coperto e della biblioteca-polo culturale che facevano parte dell’idea di "Manifutura" espressa in campagna elettorale?".
"L’ambito di trasformazione non va considerato come un progetto – è stata la replica dell’assessore alla Città futura, Lorena Fedeli – e non esistono vincoli se non quelli della Soprintendenza, dunque nessun "vincolo" alla demolizione di alcun edificio. Sarà all’interno della progettazione che si potrà decidere se chi realizza vorrà sfruttare tutta la volumetria concessa e se si potranno eventualmente recuperare ulteriori edifici".