Un agguato-sparatoria in pieno giorno in via Imbriani, in zona Bovisa, lo sfogo dell’ex Miss Italia Clarissa Marchese , derubata di cellulare e portafogliouna pendolare quasi strozzata in stazione a Oggiono, nel Lecchese, da uno scippatore che ha tentato di strapparle la catenina che aveva al collo. Persone e luoghi senza collegamenti fra loro, cronaca nera quotidiana da Milano e da quella “grande Milano” che è ormai mezza Lombardia. Scene che sembrano uscite da un “poliziottesco” degli anni Settanta – tipo “Milano Calibro 9” oppure “Milano odia, la polizia non può sparare” – che tanto ebbero successo in quell’epoca. Ha ormai il sapore della routine, fra spaccio, delinquenza piccola e grande e inseguimenti, quel che succede ogni giorno nella metropoli lombarda e nei suoi dintorni. E rendono la vita amara a coloro che tutto ciò lo subiscono. E sul fronte ci sono loro, le forze dell’ordine – polizia, Arma dei carabinieri, polizia locale, Guardia di finanza – che com’è giusto che sia in uno Stato democratico sono il presidio di sicurezza al quale dobbiamo affidarci. Spesso ci dimentichiamo dell’immane lavoro che svolgono in una realtà complessa com’è quella milanese e lombarda, e di quanto dobbiamo loro (almeno) un “grazie” per tutto quel che fanno.
Editoriale e CommentoScene da poliziottesco anni ‘70