Teleriscaldamento da Borsano. Confermati i 15,6 milioni. Via agli espropri dei terreni

Nessuno ha presentato opposizione, Neutalia può procedere con l’iter

I fondi sono stati interamente confermati, ora si tratta di concludere l’iter burocratico che porterà agli espropri (strisce di terreno larghe pochi metri) necessari per iniziare a scavare e posare le tubazioni che metteranno in comunicazione il termovalorizzatore di Borsano con il sistema di teleriscaldamento di Legnano: è questo il prossimo passo da compiere ora che da Neutalia è arrivata la conferma del finanziamento definitivo dell’opera, 15,6 milioni di euro, attraverso il Decreto energia. Il denaro servirà per realizzare il sistema di collegamento che permetterà di sfruttare il vapore prodotto attraverso l’impianto di termovalorizzazione di Borsano, gestito da Neutalia, per alimentare il fabbisogno di 500 famiglie collegate al sistema di teleriscaldamento nei Comuni di Legnano, Busto Arsizio e Castellanza. Nel corso del 2023 la prima fase, quella della pubblicazione degli espropri, si era conclusa senza che nessuno presentasse opposizione: con la conferma dei fondi anche questo passaggio potrebbe avere un’accelerazione.

Per quanto riguarda Legnano la nuova dorsale di collegamento si svilupperà da via Menotti e poi in via Pace, proseguirà per un tratto su via Novara e poi fino alla rotonda di Villa Cortese, da dove raggiungerà infine l’impianto di Neutalia attraversando il territorio di Busto Arsizio: in sostanza sono poco più di cinque chilometri di tubature (da raddoppiare perché c’è un’andata e un ritorno dell’acqua calda) che “alimenteranno“ il sistema. L’acqua calda sarà immessa a Borsano a una temperatura di mandata di 120 gradi centigradi, con una perdita di calore preventivata non superiore al 3%.

L’apporto di calore al sistema del teleriscaldamento cittadino sarebbe quantificabile in una percentuale del 40% rispetto alle necessità, così da sostituire quanto oggi prodotto con alimentazione a metano e trasformando un impianto, che oggi ha solo un 10% di cogenerazione, in un impianto realmente efficiente. La produzione di calore del termovalorizzatore coprirebbe la parte di produzione necessaria per il funzionamento dell’impianto, con esclusione dei picchi di richiesta.

Dei sette milioni dell’investimento a carico di Amga, poco più di 5 ricadono nel finanziamento richiesto, ottenuto in principio con il Pnrr, “ritirato“ e veicolato infine attraverso il Decreto energia. L’allacciamento alla rete di teleriscaldamento dovrà essere concluso entro il 2026.

Paolo Girotti