CHRISTIAN SORMANI
Cronaca

Mantide di Parabiago, parla lo storico ultrà De Simone: “Il barista manipolato da Adilma mi offrì 10mila euro per l’omicidio”

Al processo per l’uccisione di Fabio Ravasio parla della richiesta di coinvolgimento nel piano diabolico fatta da Massimo Ferretti: “Gli ho risposto che era matto”

Due foto di Adilma Pereira Carneiro, accusata di essere la mente dell'omicidio del compagno Fabio Ravasio

Due foto di Adilma Pereira Carneiro, accusata di essere la mente dell'omicidio del compagno Fabio Ravasio

PARABIAGO (Milano) – “Ma tu sei matto? Dì alla tua amica di andare a...”. Questa la risposta secca di Tony De Simone, storico ultrà del Milan, intervenuto nell’ultima udienza in Corte di Assise del processo Ravasio. Il parabiaghese De Simone ha riferito che Massimo Ferretti — titolare del bar di Parabiago dove si incontravano Adilma e i suoi complici — gli avrebbe chiesto se conoscesse qualcuno disposto, in cambio di diecimila euro, a investire e uccidere Fabio Ravasio (nella foto), compagno dell’amante. “Gli ho risposto che era matto”, ha spiegato De Simone davanti alla Corte presieduta dal giudice Giuseppe Fazio.

Poi ha ammesso di conoscere Ferretti da 14 anni, ma di averlo visto profondamente cambiato da quando frequentava la brasiliana: “Non era più lui. Prima non mi avrebbe mai chiesto una cosa del genere. Non era più in grado di intendere e di volere. Al bar comandavano lei e la sua famiglia”. De Simone ha ricostruito un episodio chiave che getta ulteriore ombra sul contesto in cui maturò l’omicidio di Fabio Ravasio, cliente abituale del bar: “Ferretti mi disse di essere nei guai e mi chiese se nel mondo degli ultrà potevo trovare qualcuno disposto a commettere un omicidio o se potessi occuparmene io stesso. Fabio Ravasio doveva essere investito con un’auto. Mi disse che agiva per conto di Adilma e che il compenso sarebbe stato di 10mila euro”.

Secondo il testimone, Ferretti insistette più volte, fino a ottenere un incontro sotto casa sua. “Quando mi spiegò cosa voleva, gli dissi chiaramente di allontanarsi da quella gente. Lui non avrebbe mai fatto una richiesta simile. Era arrivato a non contare più nulla”. La relazione con Adilma, ha spiegato De Simone, avrebbe avuto conseguenze anche sulla vita del bar, trasformato da luogo di ritrovo per i tifosi rossoneri a teatro di tensioni e scontri fra l’entourage della brasiliana. Il testimone ha ricordato una lite violenta con la figlia della donna, già impiegata nel locale, e uno scontro quasi fisico con Igor Benedito, fratello della giovane e oggi imputato. “Da quel giorno non sono più entrato nel bar. Ferretti ha scelto Adilma e i suoi, perdendo il gruppo storico che frequentava quel posto ogni giorno”. La prossima udienza si terrà lunedì, parleranno le forze dell’ordine ma anche molti parabiaghesi.