Spari alla villa con il kalashnikov, un arresto

Robecchetto, si aggrava la posizione di un uomo già in carcere per il possesso di un ’arma clandestina. "Ho sparato per gelosia"

Il sostituto procuratore di Busto Arsizio, Nadia Calcaterra ha coordinato le indagini

Il sostituto procuratore di Busto Arsizio, Nadia Calcaterra ha coordinato le indagini

Robecchetto (Milano)  - Dieci colpi in rapida successione di mitragliatore Kalashnikov contro una villetta di Robecchetto con Induno. Venne commesso nella notte tra il 9 e il 10 maggio di quest’anno il misterioso attentato diretto verso la casa di un pensionato di 69 anni. L’altro giorno i carabinieri della Compagnia di Legnano hanno notificato ad un uomo di 47 anni, pregiudicato, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal tribunale di Busto Arsizio. Arrivò sul posto a bordo di uno scooter, si posizionò ad una trentina di metri ed aprì il fuoco. Per poi dileguarsi. Il tutto venne ripreso dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza.

Le indagini , dopo quell’attentato, partirono immediatamente. Il 47enne destinatario di un provvedimento di custodia in carcere è soprannominato gorilla ed è conosciuto dalle forze dell’ordine. Dodici giorni dopo avere esploso i colpi di Kalashnikov contro una villetta a Robecchetto è stato arrestato perché sorpreso con un revolver calibro 38 marca Franchi Llama con matricola abrasa e 57 proiettili, nonché altri 14 proiettili calibro 7,65, il tutto detenuto illegalmente presso la propria abitazione. Le indagini continuano spedite. Il 69enne proprietario della casa crivellata di colpi subì un attentato analogo la notte del 9 gennaio di quest’anno, quando ignoti esplosero tre colpi calibro 22. Il personale della Sezione Operativa della Compagnia di Legnano che conduceva le indagini cominciò a fare delle scoperte interessanti. Convivente della vittima era il figlio di 46 anni, un uomo soprannominato tessitore. I carabinieri hanno scoperto che quest’ultimo aveva ricevuto delle richieste di denaro da un 56enne italiano, soprannominato tarzan ed ex collega di lavoro presso una ditta di Robecchetto con Induno. I sospetti iniziali furono, quindi, indirizzati verso quest’ultimo. Partono le intercettazioni telefoniche su diverse persone, compreso un uomo di 41 anni anche lui destinatario di immotivate richieste di denaro. Un giorno la sua auto venne danneggiata a scopo intimidatorio. I Carabinieri, a questo punto, mostrano le immagini raccolte sull’attentato del 9 maggio, al tessitore. È lui ad ipotizzare che a sparare col Kalashnikov quella notte fu il gorilla. Amico di tarzan e conosciuto come persona violenta. Gli investigatori perquisiscono la sua casa trovando un revolver calibro 38 special con matricola abrasa e oltre 70 cartucce.

Viene arrestato e trasferito al carcere di Busto. I Carabinieri continuano ad indagare attorno alle persone che ruotano attorno al gorilla e a tarzan. Alla base pare esserci un giro di spaccio a Robecchetto. Alcune persone vengono denunciate per questo reato, come un 48enne noto come katanga col figlio di 23 anni, mentre un uomo di 53 anni viene arrestato. Gli investigatori hanno, ormai, chiuso il cerchio. A metà luglio il sostituto procuratore a Busto Arsizio, Nadia Calcaterra, interroga il gorilla che si assume l’intera responsabilità per i colpi esplosi il 10 maggio. Compreso il tentativo della sera precedente non andato a buon fine: la pistola si era inceppata. Ha spiegato al pm di essere stato mosso da motivi di gelosia:riteneva che il tessitore avesse una relazione sentimentale con la sua compagna. Non ha fornito elementi utili al rinvenimento delle armi, acquistate a Milano da venditori non identificati. Armi poi smontate e gettate nel fiume dopo essere state usate.