Robecchetto: proiettili esplosi in aria per "gelosia". I due sparatori patteggiano

Lo scorso maggio due italiani armati di kalashnikov presero di mira le finestre di una villa. Il blitz nato dal desiderio di vendetta di un amante tradito

Indagini dei carabinieri (Archivio)

Indagini dei carabinieri (Archivio)

Robecchetto - Una pena di 3 anni e 2 anni e 8 mesi per i due malviventi conosciuti come "Quelli del kalashnikov". I due, italiani di 53 e 56 anni, hanno patteggiato davanti al giudice dopo essere finiti in manette, arrestati lo scorso 18 dicembre dai carabinieri di Legnano in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Busto Arsizio su richiesta del pubblico ministero Nadia Calcaterra.

Una lunga indagine quella del pm, mossa da un giallo, quello dei colpi a ripetizione sparati contro una villetta a Robecchetto con Induno nella notte tra domenica 9 e lunedì 10 maggio, alcuni dei quali avevano frantumato i vetri, entrando nell’abitazione, ma senza provocare feriti. Quella notte a esplodere i colpi di un kalashnikov fu un 47enne che aveva usato l’arma contro l’abitazione di Robecchetto per questioni di gelosia. In sostanza il figlio del proprietario della casa sarebbe stato l’amante della sua compagna. Il padrone della casa crivellata di colpi, 69 anni, subì un attentato analogo la notte del 9 gennaio, quando ignoti esplosero tre proiettili calibro 22. Con la vittima abitava il figlio di 46 anni, un uomo soprannominato "tessitore".

I carabinieri hanno scoperto che quest’ultimo aveva ricevuto delle richieste di denaro da un 56enne italiano, soprannominato Tarzan, suo ex collega di lavoro presso una ditta di Robecchetto con Induno. Da qui l’indagine ha preso una piega completamente diversa perché tramite le dichiarazioni dell’uomo sono emersi legami con alcuni malavitosi di zona coinvolti nello spaccio di cocaina a Robecchetto e nei comuni limitrofi. Il 47enne detto "gorilla" dodici giorni dopo avere esploso i colpi di kalashnikov contro la villetta a Robecchetto è stato arrestato perché sorpreso con un revolver calibro 38 marca Franchi Llama con matricola abrasa e 57 proiettili, nonché altri 14 proiettili calibro 7,65, il tutto detenuto illegalmente presso la propria abitazione. Destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per porto illegale di armi da fuoco e minaccia, era entrato in contatto con gli spacciatori di zona. Gli inquirenti avevano analizzato i tabulati telefonici del cellulare usato dal "gorilla" ed avevano trovato il 56enne.

L’uomo, si era ormai trasferito in Veneto, cercando di far perdere le proprie tracce in zona annusando che le forze dell’ordine lo stavano cercando insieme al 53enne per spaccio di cocaina. I due erano ormai da tempo inseriti in un collaudato circuito di spaccio con ruoli ben definiti. Il 53enne si occupava della consegna materiale dello stupefacente ai clienti. Il più vecchio assumeva decisioni e gestiva le risorse finanziarie.