Omicidio suicidio a Vanzaghello, gli spari e poi il volo: due morti e un mistero

Il movente non c’è ancora, Daniela Randazzo da Franco Deidda all’insaputa della famiglia

Franco Deidda

Franco Deidda

Le immagini riprese dalla telecamera di sicurezza di una delle abitazioni vicine potrebbero servire a chiarire le ultime fasi della tragedia andata in scena sabato in via Arno a Vanzaghello, nel Milanese: saranno invece i telefoni cellulari, oggetto in queste ore di controllo da parte degli inquirenti, e i possibili messaggi scambiati dalle due vittime, Franco Deidda, 62 anni e Daniela Randazzo, 57 anni, a dare forse qualche elemento in più per comprendere anche l’eventuale movente. I carabinieri della Compagnia di Legnano, coordinati dal pm di Busto Arsizio Stefania Brisa stanno portando avanti le indagini per chiarire nei dettagli quello che a oggi si presenta come un omicidio-suicidio, consumatosi nel primo pomeriggio di sabato nell’abitazione dove risiedeva Deidda.

L’uomo, istruttore di tiro, originario della Liguria e con un lavoro nel campo dell’editoria scolastica, aveva trovato solo da pochi mesi casa a Vanzaghello: qui, dopo il divorzio avvenuto tempo fa, viveva solo. Secondo la ricostruzione, Deidda è stato raggiunto nella giornata di sabato da Daniela Randazzo, sposata e con due figli, residente a Busto Arsizio, dove lavorava con compiti amministrativi in un istituto scolastico. A quanto emerso i due si frequentavano, ma senza che la famiglia di lei ne sapesse nulla. Solo pochi giorni fa la donna avrebbe effettuato alcuni esami clinici e anche sulla sua situazione di salute gli inquirenti stanno indagando per verificare se questo aspetto possa aver influito nella vicenda. Nel pomeriggio afoso di sabato, la prima detonazione sentita dai vicini, quella definita dai testimoni come "ovattata", è quella del colpo alla tempia che Randazzo spara a bruciapelo a Deidda, il 62enne trovato poi dai carabinieri ancora sdraiato sul suo letto, quasi stesse dormendo. Poi lunghi minuti, quelli più difficili da spiegare, e la donna che si affaccia al balcone avvolta in una vestaglia nera, si mette cavalcioni sulla ringhiera (alcuni vicini la vedono) e, dopo aver esploso un altro colpo, cade nel vuoto finendo sul cemento del cortile della palazzina, con accanto l’arma di Deidda. Poi solo il silenzio, sino all’arrivo dei soccorritori.