CHRISTIAN SORMANI
Cronaca

Carol Maltesi uccisa e fatta a pezzi, giustizia riparativa per il killer. Ma i parenti della vittima: non lo incontreremo mai

Davide Fontana, condannato a 30 anni, chiede e ottiene il percorso "di consapevolezza" previsto dalla riforma Cartabia per il recupero dei detenuti. E’ il primo caso in Italia

Carol Maltesi

Carol Maltesi

Rescaldina (Milano), 22 settembre 2023 – Quello di Davide Fontana potrebbe essere a tutti gli effetti il caso pilota sulla giustizia riparativa in Italia, istituto introdotto dalla riforma Cartabia. Al reo confesso dell’omicidio di Carol Maltesi sarà permesso affrontare un percorso psicologico per comprendere quanto commesso, per riparare, davanti alle parti offese e alla società, per quanto possibile. È il programma che la Corte del Tribunale di Busto Arsizio, presieduta da Giuseppe Fazio, ha accettato di concedere dopo la richiesta del legale dell’ex bancario milanese.

Fontana era stato condannato in primo grado dalla Corte d’Assise dal Tribunale di Busto a 30 anni per l’omicidio della 26enne Carol Maltesi, vicina di casa a Rescaldina, con la quale aveva una relazione. L’uomo aveva ucciso Carol a martellate durante un gioco erotico, poi l’aveva sgozzata e quindi aveva depezzato il cadavere tenendolo in un congelatore a pozzetto, acquistato online prima di gettare, dopo settimane, i resti della ragazza in un dirupo, in una valle del Bresciano.

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Davide Fontana sarà quindi l’apripista a tutti gli effetti di questo istituto legale che in Italia è fra le strade messe a disposizione dalla legge. Una forma di risoluzione del conflitto, complementare al processo, basata sull’ascolto e sul riconoscimento dell’altro con l’aiuto di un terzo imparziale chiamato "mediatore". Non si cerca di ottenere la punizione dell’autore del reato ma piuttosto di risanare quel legame con la società spezzato dal fatto criminoso, instaurando un contatto diretto tra offeso e offensore, il quale permette al primo di esprimere i propri sentimenti ed emozioni in relazione alla lesione subita, e al secondo di responsabilizzarsi.

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Un percorso che difficilmente potrà avvenire in modo così lineare nel caso di Fontana, condannato per l’atroce morte di Carol, seppure in primo grado. Si cercheranno altre strade. A farlo sarà il mediatore, anche se sembra già una strada a senso unico. La famiglia di Carol ha dichiarato, tramite i legali, di non voler avere alcun contatto con Fontana. La stessa linea che sposano anche gli altri parenti della donna. Un caso limite, quello di Fontana, che dovrà probabilmente confrontarsi con altre storie di abusi e violenze, per proseguire il proprio percorso "riparatore".

Ad ogni modo non verrà applicata la giustizia riparativa come percorso parallelo e alternativo al procedimento penale ordinario, come invece avviene spesso a livello europeo. La riforma stessa è nata proprio grazie ad una forte spinta internazionale ed europea, che da tempo promuove forme di riduzione del numero di procedimenti penali, attraverso il sistema della mediazione. Il tema da affrontare è sempre lo stesso: sovraffollamento carcerario, durata eccessiva dei processi e l’enorme quantità di faldoni da smaltire. Quello di Fontana non è però un caso che possa passare attraverso una pena alternativa. Piuttosto potrebbe spingere l’uomo già condannato in primo grado ad una maggiore consapevolezza. E forse sperare che con un pentimento "formalizzato nel percorso" uno sconto di pena in Appello possa essere meno improbabile.