Giustizia riparativa per il killer di Carol Maltesi: Davide Fontana, condannato in primo grado a 30 anni per l’omicidio di Carol Maltesi, si è rivolto ieri, tramite il suo legale Stefano Paloschi, alla corte presieduta da Giuseppe Fazio, chiedendo di ricorrere alla giustizia riparativa. Si tratta di un nuovo istituto che è stato introdotto nell’ordinamento penale con la riforma Cartabia. La richiesta ha trovato l’opposizione del pubblico ministero Carlo Alberto Lafiandra e della parte civile con l’avvocato Manuela Scalia. Fontana si affida a una norma della Riforma Cartabia, l’articolo 56. Il codice definisce giustizia riparativa ogni programma che consente alla vittima del reato, alla persona indicata come autore dell’offesa e ad altri soggetti appartenenti alla comunità di partecipare liberamente, in modo consensuale, attivo e volontario, alla risoluzione delle questioni derivanti dal reato, con l’aiuto di un terzo imparziale, ovvero di un mediatore,
L’obiettivo del programma è, dunque, quello di ottenere un esito riparativo, il quale consiste nella ricostruzione del legame spezzato tra vittima, reo e comunità. L’esito riparatorio può essere simbolico, e quindi consistente in dichiarazioni, scuse formali, impegni comportamentali anche pubblici o rivolti alla società, accordi relativi alla frequentazione di persone o luoghi, oppure materiale, come il risarcimento del danno, le restituzioni, l’adoperarsi per elidere o attenuare le conseguenze dannose o pericolose del reato o evitare che lo stesso sia portato a conseguenze ulteriori. Davide Fontana potrebbe quindi, qualora la richiesta ottenesse parere positivo, intraprendere un percorso con mediatori penali che potrebbe portare anche all’incontro con un familiare della vittima, Carol Maltesi.