
Vasilica Potincu, uccisa a 35 anni a Legnano (Milano)
Legnano (Milano) – La festa con gli amici a Canegrate subito dopo l’omicidio, probabilmente per costruirsi un alibi. Le immagini di morte rintracciate sul cellulare. La ricerca su internet “Celle telefoniche e tabulati: cosa sono” a 48 ore dal delitto. La felpa che indossava sabato sera stesa ad asciugare sul balcone. E le probabili tracce di sangue sotto le scarpe evidenziate dal luminol.
Ecco tutti gli elementi messi in fila dai carabinieri della Compagnia di Legnano contro Andrea Mostoni, il ventottenne fermato ieri notte dal pm della Procura di Busto Arsizio Ciro Caramore con l’accusa di aver ucciso a coltellate la escort trentacinquenne romena Vasilica Potincu, colpita per nove volte (di cui sei al collo) nell’appartamento al piano rialzato di via Stelvio 16 a Legnano con una lama da cucina rimasta conficcata nella schiena.

I militari si sono concentrati subito su Mostoni: a indirizzare gli accertamenti investigativi sono state le dichiarazioni dei familiari della donna (mamma e sorella) e di un amico, che ha dichiarato di aver accompagnato Vasilica – esasperata e costretta ad assumere farmaci per combattere la depressione generata dallo stalker (“La minacciava di morte, aveva paura di lui”) – da un avvocato per redigere una lettera di diffida. A chi? A Mosconi. Il ventottenne ha incontrato la escort per rapporti sessuali a pagamento, ma poi ha iniziato a chiederle con insistenza di uscire per intraprendere una relazione.
Al rifiuto della donna, l’uomo avrebbe iniziato a chiedere con insistenza la restituzione di una cifra compresa tra 50mila e 70mila euro, che in più occasioni avrebbe dato a Vasilica per aiutarla a comprare arredi ed elettrodomestici per la nuova casa. Somme che la donna non aveva intenzione di ridare, considerandole “regali” (come peraltro indicato nelle causali dei bonifici). “Tale situazione – si legge nel fermo – aveva certamente generato un forte astio in Mostoni”.
I frame di una telecamera raccontano che il ventottenne si è appostato per più di un’ora (tra le 22.28 e le 23.37) fuori dallo stabile di via Stelvio 16, muovendosi nervosamente sul marciapiedi, fumando due sigarette (trovate e repertate) e alzandosi sulle punte dei piedi per sentire i rumori che provenivano dalle finestre dell’appartamento di Vasilica. Alle 23.37, l’uomo è sparito dal campo visivo dell’occhio elettronico, per ricomparire tredici minuti dopo la mezzanotte: è in quei 36 minuti che si è compiuto il delitto, secondo la Procura.
Poi il presunto killer, difeso dall’avvocato d’ufficio Emanuela Re, si è rimesso in macchina e ha raggiunto la casa di un amico a Canegrate, restandoci per venti minuti. “Di Mostoni impressiona la freddezza e l’assoluto distacco emotivo – annota il pm Caramore –. Desta sconcerto il fatto che, dopo aver ucciso una prostituta il 24 maggio, tre giorni dopo abbia concordato una prestazione sessuale con un’altra prostituta per un prezzo di 170 euro”.