CHRISTIAN SORMANI
Cronaca

Legnano Calcio, il futuro del club è incerto: "Siamo costretti a lasciare lo stadio Mari"

Duro comunicato del sodalizio: "C’è il muro del Comune alle nostre richieste". Ma il presidente Montanari è solo: senza ds, giocatori e con i tifosi contro

Lo stadio Mari di Legnano

Lo stadio Mari di Legnano

Legnano -  «Siamo costretti a lasciare lo Stadio Mari". E’ questo il titolo del comunicato stampa pubblicato ieri mattina sul sito ufficiale della squadra lilla.

La società del presidente Emilano Montanari, imprenditore romano in difficoltà anche con il Siena calcio, ha scaricato sull’amministrazione comunale la responsabilità della scelta di abbandonare lo storico impianto legnanese, che dal 1924 è stata la casa del calcio lilla, dalla serie A, alla caduta in Prima Categoria dopo il fallimento.

"La società Ac Legnano - ricorda - si legge nel comunicato - che una delegazione della società lilla si è presentata in comune per rinnovare la convenzione dello stadio Mari. Un vero muro è quello che ha opposto l’amministrazione comunale nella persona del dirigente al settore sport ed Eventi Marco Dallatomasina".

Il comunicato prosegue : "La società Ac Legnano comunica che la condizione ’’sine qua non’’ della gestione dei lavori del manto erboso - a proprio carico - è sempre stata posta per il bene dei risultati sportivi a cui ambisce. L’imposizione di un gestore terzo, lo stesso che ha lavorato con i risultati che tutti hanno potuto constatare nell’ultima stagione, ha fatto naufragare ogni possibilità di un accordo. Con grande rammarico ci troviamo costretti a comunicare che l’Ac Legnano, e non per propria scelta ma dell’amministrazione, lascerà lo stadio Mari per le prossime stagioni", conclude lo scritto della società.

Si attende nella prossime ore la presa di posizione del comune di Legnano, anche se le trattative non si sono mai fermate aprendo di fatto uno spiraglio di speranza per i tifosi lilla. Montanari, nonostante i problemi pesante di deficit finanziario a Siena, avrebbe pagato gli ultimi tre stipendi ai giocatori del Legnano e sarebbe quindi in possesso delle liberatorie, condizione indispensabile per l’iscrizione alla prossima stagione in serie D. Ma è rimasto da solo: senza diesse, senza segretario, senza giocatori e senza collaboratori e con tutta la tifoseria contro. Ignoti alcuni giorni fa hanno chiuso con una catena e con un lucchetto la sede di via Palermo. Un gesto eloquente per chiedere al patron romano di vendere in fretta la società e mettersi da parte.

Una cordata di imprenditori legnanesi aveva offerto centomila euro per acquisire la società, ma sono rimasti senza alcuna risposta. Rimangono alla finestra, in attesa di capire la strategia illogica del presidente che a Legnano negli ultimi mesi non si è mai visto. A parte il comunicato di ieri mattina, la società è letteralmente sparita nel nulla da fine campionato. Nessuno conosce ad oggi le mosse di Montanari ed è nato uno strano connubio ’’calcio-palio’’ fra le città di Siena e Legnano, accomunate da uno strano destino. Si attendono le mosse concrete da parte dell’imprenditore romano, rimasto da solo a gestire due realtà blasonate, con tutta la tifoseria contro.