
Adilma Pereira Carneiro è accusata di essere la mente dell’omicidio camuffato da incidente di Fabio Ravasio Ora è anche indagata per la morte del secondo marito
C’è grande attesa per la seconda udienza del processo Ravasio in programma lunedì prossimo al tribunale di Busto Arsizio. Il tutto alla luce delle grandi evoluzioni di queste ore che mettono al centro della scena la mantide brasiliana, accusata adesso anche di essere la mente di un altro omicidio. Il 24 febbraio però l’udienza resterà ancora una volta "blindata" in un silenzio irreale e sorprendente, come per la prima udienza in cui nessuno ha potuto vedere i volti degli imputati. La ragione di questa censura mediatica, più unica che rara, che vieta filmati e fotografie sta nella richiesta precisa degli avvocati difensori, che era stata poi accolta dal presidente della Corte d’Assise di Busto Arsizio, Giuseppe Fazio, per "evitare di compromettere la genuinità delle testimonianze che saranno rese durante il processo".
Il tutto dinnanzi ad Adilma Pereira Carneiro e alla striscia di soldi e sangue, condita dai rapporti con decine di amanti, in un piano orchestrato con precisione, un intreccio di relazioni e vendette che vede coinvolti, oltre ad Adilma, anche suo figlio Igor Benedito, il marito Marcello Trifone, il meccanico Fabio Oliva, il barista Massimo Ferretti e altri tre uomini: Fabio Lavezzo, fidanzato della figlia di Adilma, Mirko Piazza e Mohamed Daibi. Sulla decisione pesano le centinaia di testimonianze richieste nel processo, molte delle quali non vedranno seguito. Solo per fare un esempio, i testimoni in comune col pm richiesti da alcuni avvocati difensori, superano quota 70. Una sfilza di nomi e cognomi snocciolati al presidente della Corte di Assise del tribunale di Busto Arsizio, Giuseppe Fazio, ai quali vanno aggiunti poi i testimoni esclusivi della difesa. Il difensore di Igor Benedito, figlio di Adilma, ha chiesto ad esempio, l’ammissione a processo di 16 persone fra testimoni e consulenti tecnici, fra cui diversi assistenti sociali e psicologi. Lo stesso avvocato di Adilma Pereira Carneiro, ha chiesto di ammettere una dozzina di testimoni, fra i quali molti vicini di casa della donna e anche il sacerdote di Parabiago, Don Maurilio Frigerio, il quale viene indicato come presidente della scuola Gajo frequentata dai gemelli della donna.
Nella lista spunta anche tale Leonardo Moser, come referente di una associazione religiosa con sede a Galliate, nel novarese, che dovrà rendere informazioni sui principi della "Candomblè", religione afro-brasiliana fatta di riti creoli a base di pratiche con interiora di animali, di cui Adilma stessa era adepta.
E mentre si dipanerà il dibattimento, potrebbero esserci ulteriori sviluppi per l’altro procedimento che vede ancora “la mantide” indagata: la morte del secondo marito. Altro fascicolo che sembra mutuato da un romanzo giallo.