
Anna Gervasoni, rettrice della Liuc al 54° Convegno nazionale dei giovani imprenditori
L’Università Liuc ha presentato a Rapallo una ricerca dedicata ai giovani e il lavoro, nell’ambito del 54° Convegno nazionale dei giovani imprenditori "Passione d’impresa. In ogni sfida, un inizio". Lo studio, condotto dalla professoressa Chiara Gigliarano, fotografa un quadro sconfortante. Circa il 40% dei giovani italiani tra i 15 e i 35 anni è impiegato in forme contrattuali precarie (lavoro autonomo o contratti a termine), mentre quasi un giovane su cinque (18%) non partecipa attivamente alla vita economica del Paese, rientrando nella categoria dei Neet (Not in education, employment or training, non impegnato in istruzione, occupazione o formazione). Un dato che evidenzia un forte divario rispetto ad altri Paesi europei: 10,5% in Germania, 6,3% nei Paesi Bassi, circa 13% in Francia e Spagna. Anche tra i giovani occupati si riscontra un differenziale retributivo marcato rispetto ai coetanei europei. Il reddito netto annuo medio di un laureato italiano (a parità di potere d’acquisto) si attesta appena sotto i 18mila euro, contro i quasi 30mila euro di un laureato tedesco.
Le criticità si riflettono anche nella capacità di accesso al mercato immobiliare: a Milano, per esempio, un giovane dovrebbe destinare fino al 90% del reddito mensile per affittare un appartamento con due camere da letto, 77% a Venezia, 75% a Roma. "Se i giovani lasciano il nostro Paese per lavorare all’estero, significa che abbiamo perso l’occasione di costruire una classe imprenditoriale e manageriale che possa guidare lo sviluppo e la crescita dell’economia reale italiana – ha affermato Anna Gervasoni, rettrice Liuc –. Dobbiamo invertire questa tendenza, creando un percorso di crescita economico e professionale che stimoli i giovani a pensare che restare in Italia sia una scelta vincente e non un ripiego".
Silvia Vignati