SILVIA VIGNATI
Cronaca

Ignazio e le famiglie con bambini rimaste senza casa: perché non utilizzare gli appartamenti vuoti di Aler?

Legnano, quello della famiglia Cadoni non è un caso isolato. La riflessione di Nino Tola, presidente del laboratorio di quartiere Mazzafame: il patrimonio pubblico va gestito in altro modo

Ignazio Cadoni ha trovato lavoro grazie a una gara di solidarietà

“Tra i 160 appartamenti delle Case Aler, non meno di dieci sono vuoti: ma come è possibile? Con il fabbisogno di case, come si fa a tenerli vuoti? Se pensiamo alla famiglia che, fino a poco tempo fa, dormiva in macchina...questo ci fa capire come gestisce il bene pubblico Aler”.

L’impegno

Nino Tola è il presidente del Laboratorio di quartiere Mazzafame a Legnano. Il caso della famiglia di Ignazio Cadoni fa il paio con la vicenda di Valentina, sfrattata da Castellanza con marito e due bambini piccoli, poi derubati della caparra versata per la locazione di un alloggio in città. Tola è una persona molto attenta alle esigenze delle Case Aler, ha sempre mostrato prossimità agli inquilini, spendendosi in prima persona per spiegare loro (per esempio) come funziona la tariffa puntale, che tante resistenze incontra, soprattutto negli anziani.

Lo sfogo

«Conosco la realtà Aler da almeno tre decenni - afferma -. Abbiamo raggiunto il colmo: non si può gestire il patrimonio pubblico immobiliare in questo modo. Aler non è all'altezza. Qui dentro nessuno ha una parola di lode per queste case. I citofoni non funzionano, i cancelli sono sempre aperti, le ambulanze si perdono non riuscendo a raggiungere chi ha bisogno, anche il postino fatica a recapitare pacchi, lettere e raccomandate. Del teleriscaldamento gli inquilini pagano costi alti, ma non hanno benefici. Ogni casa aveva una caldaietta interna, che è stata tolta. Adesso metteranno i bollitori elettrici. Altre spese. E le case sempre più umide, malsane e degradate"