
Vasilica Potincu e l'uomo sospettato del suo omicidio Andrea Mostoni
Legnano (Milano) 5 giugno 2024 - Omicidio Vasilica Potincu, detta Katty: nonostante il 29enne Andrea Mostoni continui a dichiararsi estraneo ai fatti, il quadro ricostruito dagli investigatori sembra raccontare una storia diversa, fatta di movimenti sospetti, tentativi di depistaggio e, soprattutto, elementi che farebbero pensare a un omicidio premeditato.
La sera di sabato 24 maggio, Mostoni avrebbe inviato un messaggio ad alcuni amici di zona avvisandoli che sarebbe arrivato in ritardo. Aveva infatti abitato per diversi anni a Canegrate dove ha mantenuto ancora vivo il suo nucleo di amicizie, nonostante si fosse spostato da qualche anno a Robecco. In realtà, secondo quanto emerge dalle celle telefoniche e dai filmati di videosorveglianza, la sua vera destinazione era l’abitazione della vittima, a Legnano.
Alle 22:28 viene ripreso nei pressi dell’edificio; rimarrà in zona per oltre un’ora, fino alle 23:37. In quelle immagini si riconoscono chiaramente pantaloncini neri, un cappello con visiera e una felpa a righe rosse e nere: la stessa che, in seguito, è stata portata in lavanderia. Secondo gli inquirenti, un tentativo frettoloso di cancellare eventuali tracce ematiche.
A mezzanotte e mezza, una telefonata agli amici per sapere dove si trovassero. Un modo per crearsi un alibi? Gli inquirenti non escludono nulla. La scena si complica con un passaggio sospetto a Legnano, in zona viale Gorizia, dove il telefono di Mostoni risulta fermo per nove minuti. Potrebbe essere quello il momento in cui si è liberato del cellulare di Vasilica — mai ritrovato — oppure di altri oggetti compromettenti, come guanti o asciugamani sporchi di sangue. Nell’appartamento della vittima, nessuna traccia dell’arma del delitto. Ma in casa di Mostoni, nel ceppo dei coltelli, manca proprio un coltello da cucina. Un dettaglio che, unito al resto degli indizi, alimenta il sospetto che l’uomo abbia portato con sé l’arma già da casa.
La relazione tra i due era diventata, secondo i racconti della madre di Vasilica e i messaggi rinvenuti, una spirale di tensione e minacce. Mostoni, inizialmente cliente della escort, aveva prestato — o forse regalato — alla donna una somma ingente, circa 70.000 euro. Da quel momento, la sua presenza era diventata ossessiva. Quando Vasilica aveva deciso di allontanarlo, nell’ottobre scorso, l’uomo avrebbe iniziato a tormentarla con continui messaggi minacciosi, trasformando la sua vita in un incubo.Nei giorni prima del delitto, la 35enne escort mostrava segni evidenti di disagio: attacchi di panico, crisi d’ansia, una depressione crescente.
Sul cellulare di Mostoni, intanto, gli investigatori hanno trovato numerose ricerche su siti di incontri, proprio quelli dove Vasilca pubblicava i suoi annunci. Una tracciabilità costante della sua presenza online che rafforza l’idea di un’ossessione patologica nei confronti della donna. Ora gli occhi sono puntati sui risultati delle analisi dei Ris di Parma, che potrebbero rinvenire tracce determinanti sulla felpa o su altri indumenti sequestrati. Intanto, la procura lavora per delineare il profilo di un omicidio pianificato nei minimi dettagli, con freddezza e determinazione.
Un caso che scuote la comunità e che lascia dietro di sé l’eco di una tragedia annunciata, consumata nel silenzio di una sera qualsiasi, dietro una porta chiusa, dove l’ossessione ha preso il posto dell’amore e la follia ha spento una vita.