CHRISTIAN SORMANI
Cronaca

Discarica di Cerro, rischio riapertura “mascherata”: l’ira del Pd

Ipotesi di “ripristino ambientale”, il circolo cittadino dei Dem chiede un referendum consultivo comunale e l’apertura di un tavolo pubblico permanente

L'area dell'ex discarica di Cerro Maggiore

L'area dell'ex discarica di Cerro Maggiore

Cerro Maggiore (Milano), 30 maggio 2025 – Il Partito democratico di Cerro e Cantalupo si oppone con fermezza alla riapertura della storica discarica cittadina, chiusa nel 1995 dopo una lunga e intensa mobilitazione popolare. Lo fa con un comunicato ufficiale, in cui definisce l’attuale proposta dell’amministrazione Berra un grave passo indietro, che disconosce una battaglia ambientale e civica fondamentale per la storia del territorio.

La preoccupazione nasce da un’ipotesi di riapertura della discarica sotto forma di “ripristino ambientale”, una definizione che – secondo il Pdlocale – maschera in realtà un ritorno a una gestione del territorio calata dall’alto, in contrasto con quanto conquistato trent’anni fa da cittadini, istituzioni, comitati e associazioni. Nel 1995, la comunità riuscì a chiudere quella che veniva definita “la discarica della vergogna”, mettendo fine a un danno ambientale e sanitario che aveva segnato un’intera generazione. Oggi, il Pd denuncia il rischio di vanificare quella vittoria, ignorando anche l’accordo di programma che prevedeva, una volta concluso il recupero, la cessione gratuita dell’area al Comune come forma di risarcimento.

Il documento presentato recentemente in Consiglio comunale – che prevede una commissione ispettiva dai contorni poco chiari e un Consiglio comunale aperto solo successivamente – viene definito “fumoso e irrilevante” dal segretario del circolo Pd Donato Barbano. “I cittadini devono essere ascoltati prima, non informati dopo”, sottolinea il comunicato. Da qui, la richiesta chiara: un referendum consultivo comunale sulla riapertura dell’ex discarica e l’apertura di un tavolo pubblico permanente con il coinvolgimento di cittadini, comitati, esperti, istituzioni e tutte le forze sociali del territorio.

“Chiediamo trasparenza, partecipazione e responsabilità. Lo dobbiamo ai cittadini di oggi e a chi trent’anni fa ha lottato per un futuro migliore”, conclude la nota del Partito Democratico. Il dibattito è destinato a infiammarsi nei prossimi giorni, in vista della possibile formalizzazione della proposta da parte della giunta a inizio giugno. La parola, ora, passa alla comunità.