CHRISTIAN SORMANI
Cronaca

Scontro sul Polo Baraggia. Il Comitato No Discarica:: "State riportando i rifiuti"

Si infiamma il confronto tra i cittadini e l’amministrazione comunale. Il vicesindaco Provini: il rischio è di lasciare il sito senza certezze.

Un’iniziativa del. Comitato No Discarica nato a Cerro Maggiore “in nome di chi si è battuto negli anni ’90 per la chiusura di una discarica che è stata e sarà la vergogna del nostro territorio e che oggi rischia di tornare“

Un’iniziativa del. Comitato No Discarica nato a Cerro Maggiore “in nome di chi si è battuto negli anni ’90 per la chiusura di una discarica che è stata e sarà la vergogna del nostro territorio e che oggi rischia di tornare“

In paese lo scontro sul futuro del Polo Baraggia esplode con tutta la sua forza. La commissione consiliare non ha spento il fuoco, anzi lo ha alimentato: il Comitato No Discarica non arretra di un millimetro e accusa l’amministrazione di tradire la volontà popolare. Una serata dal clima infuocato, in cui i cittadini hanno ribadito con fermezza che il progetto di recupero ambientale è in realtà un clamoroso passo indietro. "Non risolve nulla, aggrava tutto" è stato il grido ripetuto più volte. "State riportando i rifiuti dove la popolazione li aveva cacciati a costo di anni di battaglie. Chiudere i cancelli non significa aver vinto, se poi riaprite le porte allo sversamento mascherato sotto altra forma". Il Comitato denuncia un cambiamento inaccettabile: un’area destinata a verde pubblico trasformata in zona industriale, dove potranno essere scaricati materiali che, se destinati a parchi, sarebbero considerati rifiuti illegali. Una scelta, accusa, figlia non di necessità tecniche ma di volontà politica, imposta dall’alto senza consultare la cittadinanza. E lancia una sfida: se davvero credete nel progetto, abbiate il coraggio di convocare un consiglio comunale aperto, guardate negli occhi la popolazione che vi giudicherà.

Dall’altra parte il vicesindaco Alessandro Provini ha provato a ribattere, spiegando che senza un intervento immediato il rischio è di lasciare il sito in balìa del futuro, con il possibile decadimento del vincolo di pressione nel 2030 e la conseguente possibilità di vedere tornare nuove discariche. Secondo l’amministrazione, il progetto è sicuro, rispettoso delle normative ambientali e controllato da enti terzi come Arpa e Ispra. I materiali utilizzati, ha garantito Provini, saranno compatibili e qualsiasi abuso sarà perseguito. Il vicesindaco ha poi sottolineato che l’accordo prevede il contingentamento del traffico, la diluizione nel tempo delle operazioni e il divieto assoluto di future discariche, puntando invece su un impianto per la produzione di energia verde. Ma nonostante le rassicurazioni, la distanza tra le parti resta abissale. Il Comitato non si fida, il sospetto di una manovra a favore degli interessi privati è palpabile. E la battaglia, promettono, non si fermerà qui. A Cerro Maggiore e a Cantalupo la voce della protesta sta solo iniziando a farsi sentire. E promette di essere sempre più forte.