PAOLO GIROTTI
Cronaca

La battaglia dell’associazione legnanese “60mila vite da salvare”: l’Iva sui defibrillatori al 4%, come quella dei tartufi

Mirco Jurinovic da oltre vent'anni si batte per abbassare al minimo l’imposta. “In questo modo si favorirà l’acquisto di questi preziosi strumenti salvavita e si diffonderà la loro presenza sul territorio”

Primo a sinistra Mirco Jurinovich presidente dell’associazione Sessantamilavitedasalvare

Primo a sinistra Mirco Jurinovich presidente dell’associazione Sessantamilavitedasalvare

Legnano (Milano), 2 aprile 2025 – "I defibrillatori parificati ai tartufi con la stessa aliquota Iva al 4%": il presidente di Sessantamilavitedasalvare, Mirco Jurinovich, punta sull’ironia accostando due “prodotti” così diversi l’uno all’altro, ma lo fa solo per sottolineare una decisione a lungo attesa, che si spera che presto possa diventare realtà, contribuendo così a facilitare ulteriormente la diffusione dei defibrillatori automatici sul territorio.  

Reazioni

"L’Iva sulla vendita dei defibrillatori dovrebbe essere parificata a quella sui tartufi – spiega infatti Jurinovich –: se per i tartufi l’aliquota era già stata ridotta in prima battuta dai precedenti governi Renzi e Conte, portandola dall’iniziale 22% all’attuale 5%, per i defibrillatori stiamo ancora aspettando che in un colpo solo passi dal 22% al 4%. Dopo numerosi tentativi andati a vuoto per mancanza di copertura economica, c’è una proposta presentata dalla deputata del Movimento 5 Stelle, Leda Volpi, che se approvata consentirà la riduzione dei costi e una conseguente facilitazione nell’acquisto degli apparecchi". 

L’impegno

Come noto, l’associazione presieduta da Jurinovich si batte da tempo per la diffusione della cultura dei Dae in tutto il territorio dell’Alto Milanese e si è occupata di fare pressione a tutti i livelli della politica per facilitarne l’uso: questo ha significato puntare forte non solo sulla distribuzione capillare degli apparecchi, ma anche sulla formazione e sull’“informazione”, mirata soprattutto a far comprendere la facilità d’uso dei Dae.  La richiesta di abbassare l’Iva sui defibrillatori  è frutto di una lunga battaglia portata avanti da tutte le associazioni che si occupano dell’argomento. 

La ricognizione

"Attualmente, nella sola Lombardia, sono stati censiti da Areu circa 20mila apparecchi per una spesa totale di 20 milioni di euro - conclude Jurinovich, provando a dare una dimensione all’importanza del provvedimento -: se l’aliquota Iva sul loro acquisto fosse stata da sempre del 4% anziché del 22%, il risparmio sarebbe ammontato a circa 3 milioni 600mila euro, cifra che avrebbe consentito l’acquisto di ulteriori 3.600 defibrillatori". Solo poche settimane fa, al Castello di Legnano, l’associazione presieduta da Jurinovich aveva presentato l’ultima iniziativa: dotare 20 volontari del gruppo di altrettanti Dae da trasportare in auto durante la giornata e permettere così altri potenziali interventi in tempo reale sulle strade del territorio.

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