Un delitto brutale, compiuto con ferocia e seguito da atteggiamenti che il giudice definisce "di assoluta noncuranza": i quattro giovani arrestati per l’omicidio di Mohamed Elsayed Elsharkawy, avvenuto lo scorso 20 aprile ad Abbiategrasso, si sarebbero addirittura vantati tra loro di quanto appena commesso. Nessun rimorso, nessun turbamento: solo compiacimento e parole di autocelebrazione per aver tolto la vita a un coetaneo. Il giudice per le indagini preliminari di Pavia, Luigi Riganti, ha convalidato il fermo e disposto il carcere per tutti e quattro i sospettati, di età compresa tra i 18 e i 27 anni, tra cui tre fratelli, Andrea, Mario e Nicolò Rallo e Joshua La Valle classe 1997. Nell’ordinanza parla di una "allarmante pericolosità sociale" e di una "propensione alla violenza" fuori controllo. I quattro, secondo quanto emerso, sarebbero incapaci di dominare la rabbia, con una soglia di inibizione pressoché inesistente e una gestione dei rapporti umani segnata da stati di alterazione e aggressività latente.
L’omicidio sarebbe maturato nell’ambito di un regolamento di conti legato allo spaccio di stupefacenti. La vittima, secondo la ricostruzione degli investigatori, avrebbe ricevuto circa 600 euro dal gruppo senza poi consegnare la droga pattuita. Da lì la violenta escalation che ha portato alla morte di Mohamed, ucciso a coltellate in via Fusè. Le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo di Milano e della Compagnia di Abbiategrasso si sono concentrate subito su un ristretto gruppo di sospetti, grazie a testimonianze raccolte sul posto e alle immagini delle telecamere di sorveglianza. Un lavoro rapido e meticoloso che ha portato in pochi giorni all’identificazione dei responsabili.
Il quadro che emerge dagli atti dell’inchiesta è inquietante: non solo l’efferatezza dell’omicidio, ma soprattutto l’atteggiamento postumo dei giovani fermati, che avrebbero commentato l’accaduto con leggerezza e quasi con orgoglio. Un comportamento che, secondo il gip, rende concreto il rischio di recidiva. E lascia attonita una comunità intera.