Cerro Maggiore, sorelle morte nell'incendio di casa: ergastolo per Giuseppe Agrati

Accolta in pieno la richiesta dell'accusa. L'uomo avrebbe appiccato il rogo e ucciso le donne per impadronirsi dell'eredità di famiglia

L'appartamento di via Roma a Cerro distrutto dalle fiamme

L'appartamento di via Roma a Cerro distrutto dalle fiamme

Cerro Maggiore (Milano) Condanna all'ergastolo per Giuseppe Agrati, unico imputato per il rogo del 13 aprile 2015 in cui morirono nel loro appartamento di Cerro Maggiore le sorelle Carla e Maria. La Corte D'Assise di Busto Arsizio ha condannato l'uomo per l'omicidio delle due donne, riconoscendolo colpevole di aver volontariamente appiccato l'incendio. Per lui anche l'isolamento diurno per 9 mesi, oltre a una provvisionale di 60mila euro per le parti civili.

La corte ha accolto in pieno la richiesta del pubblico ministero Vittoria Mazza della procura generale di Milano, che aveva inchiodato l'uomo alle proprie responsabilità, parlando di diversi inneschi temporali al primo piano e al piano terra della palazzina. Una trappola ben congeniata che aveva lasciato il tempo a Giuseppe Agrati di fuggire fuori dal rogo. Il movente sarebbe, per il tribunale, di natura economica: mettere le mani sull'eredità di famiglia.

Di altro avviso l'avvocato difensore, Giuseppe Lauria: "Il mio assistito si è sempre proclamato innocente e lo ha fatto anche questa volta. E' stato inchiodato da una prova scientifica che di basa non ha uno straccio di prova ulteriore rispetto a quanto emerso da una non perizia. Il momento economico poi è una cosa ridicola: non avrebbe ereditato alcunchè e lo avevamo già confutato a suo tempo. L'accusa non ha mai retto, ma nonostante questo Agrati avrà l'ergastolo sul quale faremo appello. Che dire poi della gratuità dell'isolamento diurno che ci lascia senza parole. Non siamo avvocati da un giorno ed avevamo capito da tempo che per Agrati le cose si erano già messe male".