Inchiodato dalla perizia "Ergastolo per Agrati"

La Procura generale ha chiesto anche nove mesi di isolamento diurno. La difesa dell’unico imputato per la morte delle sorelle: è innocente

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di Chrisitan Sormani

Da una parte si invoca l’ergastolo. Dall’altra la scarcerazione immediata e l’assoluzione. La vicenda di Giuseppe Agrati scuote il palazzo di giustizia dopo un anno di udienze. La super-perizia richiesta dal tribunale avrebbe di fatto aggravato la posizione del settantenne, unico imputato per la morte delle sue sorelle Carla e Maria nel rogo del 2015 all’interno dell’appartamento di via Roma a Cerro Maggiore. Da qui la richiesta della Procura generale di Milano dellla condanna all’ergastolo con nove mesi di isolamento diurno e tanto di movente di natura economica. Secondo l’accusa l’incendio del primo piano sarebbe stato innescato con tanto di accelerante nel disimpegno antistante le camere e il bagno, le due zone dove le sorelle sono state ritrovate morte. Agrati avrebbe poi manomesso il contatore e causando una perdita di gas, appiccando un secondo innesco all’attaccapanni attiguo all’uscita sul cortile. Di altro parere la difesa dell’uomo, che peraltro si è sempre definito innocente. Secondo gli avvocati Giuseppe Lauria e Desirée Pagani, la questione dell’incendio del civico 33 non è mai stata possibile da attribuire a chicchessia. "Dal quadro psicologico tracciato con la perizia psichiatrica emerge che l’unico ambiente nel quale Agrati si sentiva libero di esprimere la propria personalità era la sua abitazione, proprio con le due sorelle, alle quali era legato - ha spiegato l’avvocato Lauria-. Inoltre il mio assistito non ha mai avuto problemi di natura economica".

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