
Le famiglie dei piccoli che frequentano l'asilo nido Setti Carraro tirano un sospiro di sollievo
Castano Primo (Milano), 26 luglio 2025 – Gli aumenti delle rette dell’asilo nido, così come prospettati da sindaco e assessore ai genitori, non saranno in vigore da settembre. L’amministrazione, vista la forte contrarietà espressa dai genitori, ha deciso di «confermare per l’intero anno educativo 2025/26 le medesime rette previste per l’anno che sta per concludersi». Nessun aumento e nessuna riduzione di orario, come invece si ipotizzava: il servizio continuerà ad essere fornito dalle 8 alle 17, senza alcun costo di pre-post orario aggiuntivo per le fase 8-9 e 16-17.
L’ampliamento previsto
Ci sarà anche un ampliamento del numero dei bambini ospitati all’asilo nido Setti Carraro, da 32 a 40. Nel frattempo, però, sei piccoli utenti che hanno frequentato la scuola lo scorso anno non lo faranno più da settembre. Apprese le nuove rette diverse famiglie si erano già organizzate per trasferire i bambini in altri paesi o, in alternativa, organizzando la cura dei piccoli con nonni e parenti. "L’asilo nido ha un costo elevato per la nostra comunità - ha spiegato in consiglio l’assessore Licia Colombo -. Dal 2020 al 2024 abbiamo sostenuto spese di gestione per 340mila euro introitando dai fruitori solo 130 mila euro. La differenza è quindi a carico della comunità”.

Struttura obsoleta
"Il nostro è anche l’asilo che costa meno rispetto a tutti i comuni della zona”. “A causa della trascuratezza e dell’obsolescenza della struttura dobbiamo prevedere a breve costosi interventi di manutenzione”. Queste le motivazioni che avevano portato la Giunta a prospettare un aumento delle rette per ridurre il disavanzo del servizio, “come indicato dai revisori dei conti”, ha specificato l’assessore. E anche valutare l’ipotesi di esternalizzare il servizio, lasciando la gestione del nido a dei privati.
Il bonus bebè della Regione
La forte reazione dei genitori ha fatto il resto. L’amministrazione quindi è tornata sui suoi passi. "Prevediamo comunque interventi per 20mila euro per la sostituzione di mobili e armadi ammalorati". Critiche le minoranze. “La protesta attiva delle famiglie del nido a fronte di estemporanei e drastici aumenti di tariffe, anche del 100%, ha generato questa clamorosa retromarcia. Una decisione che oggi presenta il conto. Basti pensare al bonus bebè di Regione Lombardia, che scade fra pochi giorni. A fronte di aumenti superiori al 7% il Comune non avrebbe potuto richiederlo» ha sottolineato Federico Cerruto di Attivamente.