Castellanza, maxi frode fiscale: confiscati due milioni e mezzo al commercialista legnanese

Il professionista, già condannato a quasi due anni, era riuscito a sottrarre 11 milioni in tasse e ad evadere oltre a due milioni di Iva grazie a un giro di fatture false

La Guardia di Finanza di  Varese ha dato esecuzione alla sentenza emessa dal Tribunale di Busto Arsizio

La Guardia di Finanza di Varese ha dato esecuzione alla sentenza emessa dal Tribunale di Busto Arsizio

Busto Arsizio, 5 giugno 2023 – La Guardia di Finanza di Varese ha dato esecuzione alla sentenza emessa dal Tribunale di Busto Arsizio con la quale è stata applicata la pena di un anno e 8 mesi di reclusione e la confisca di denaro e beni per 2.500.000 euro nei confronti di un commercialista operante nel legnanese, responsabile insieme ad altri imprenditori e amministratori di società, di una frode fiscale.

Le indagini, svolte nel 2018 dai finanzieri di Busto Arsizio, erano culminate con la richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura della Repubblica di Busto Arsizio a carico di alcuni amministratori di società che, con la regia del professionista, avevano sottratto a tassazione oltre 11 milioni di euro e evaso l'IVA per circa 2 milioni e mezzo di euro mediante l'emissione e l'annotazione di fatture per operazioni inesistenti. Nello specifico, nel corso del processo penale, il Giudice ha appurato come una società con sede a Castellanza, attraverso la prestazione professionale del commercialista incaricato di curare la contabilità, abbia emesso, per gli anni 2013, 2014 e 2015, 81 fatture per operazioni inesistenti nei confronti di una decina di persone fisiche e giuridiche, tutte risultate clienti del medesimo commercialista.

Le prove, infatti, hanno consentito di appurare il carattere puramente fittizio e cartolare della società che, a fronte di un oggetto sociale che riportava la costruzione di edifici residenziali e non residenziali, è risultata priva di dipendenti, di sedi operative, di magazzini, e qualsivoglia materiale e attrezzatura per l'esecuzione dei lavori. Tali motivazioni, oltre alla genericità dell'oggetto delle fatture, alla mancata indicazione della manodopera e dei materiali utilizzati, all'assenza di fatture di acquisto e di documenti di trasporto del materiale e delle modalità di pagamento, hanno dimostrato l’assoluta  delle operazioni poste in essere in concorso dal professionista.

Il Tribunale di Busto Arsizio ha condannato il consulente alla pena di un anno e 8 mesi di reclusione ed applicato la pena accessoria, tra l'altro, della interdizione dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese per il periodo di un anno, dell'incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione per 1 anno, dell'interdizione dalle funzioni di rappresentanza e di assistenza in materia tributaria. in esecuzione della sentenza passata in giudicato del tribunale che sarà segnalata al competente ordine professionale per le autonome valutazioni, la polizia economico-finanziaria bustocca ha confiscato le somme di denaro presenti sui conti bancari e una polizza assicurativa riconducibile al consulente fiscale, equivalenti al profitto del reato perpetrato.