DANIELE DE SALVO
Cronaca

Un viaggio indietro nel tempo. Nuove sorprese negli scavi di Chiuso

Giovani archeologi al lavoro ai piedi della rocca di Vercurago

Gli archeologi impegnati nello scavo di Chiuso alla Rocca di Vercurago

Gli archeologi impegnati nello scavo di Chiuso alla Rocca di Vercurago

Un viaggio sempre più a ritroso nella storia. E più si scava, più si torna indietro: Napoleone, i Somaschi, la dogana del 1.500, i Visconti, i Longobardi, i Romani, i Celti... E poi ancora: l’Età del Ferro, del Bronzo, del Rame nel 3.500 avanti Cristo, cinque millenni fa. Lo scavo di Chiuso, ai piedi della rocca di Vercurago, poco sotto l’altura su cui sorgono i resti del Castello dell’Innominato da cui si domina il lago di Como e la valle dell’Adda da una parte e si controlla il Resegone a monte, è una sorta di portale del tempo, che restituisce nuovi reperti che aiuteranno a svelare il mistero di quel luogo.

Da inizio estate i giovani archeologi della Sap, Società Archeologica di Albavilla, sotto la supervisione della funzionaria della Soprintendenza Alice Maria Sbiriglio, responsabile della tutela archeologica della provincia di Lecco, hanno ricominciato a scavare, dopo che lì, lo scorso anno, è stato trovato un frammento del basamento di una statua-stele, un rinvenimento eccezionale che lascia presagire che il pianoro fosse un santuario del neolotico. A quanto pare però c’è molto di più e molto di più antico.

"Il terrazzo sotto la Rocca custodisce una storia lunghissima – conferma Alice Maria Sbiriglio, che è riuscita ad ottenere i fondi per la nuova campagna di ricerche -. Anche se non abbiamo ancora raggiunto gli strati più antichi, ovvero quelli precedenti alla fase finale dell’Età del Bronzo, siamo certi che sotto di noi si nascondano tracce molto più remote". Ma come lo sanno lei e gli altri archeologi suo campo? "Alcuni indizi ci sono già arrivati – è la riposta -. Reperti più antichi, finiti in strati recenti per vari motivi, ci parlano di epoche ancora più lontane. Tra questi, diversi strumenti in selce lavorata, come cuspidi di frecce, e utensili in pietra levigata che ci riportano proprio all’Età del Rame". Cioè fino a 55 secoli fa. Si tratta di manufatti che ai non addetti ai lavori possono apparire come sassi, che tuttavia agli occhi degli esperti rivelano insediamenti umani arcaici.

Daniele De Salvo