
Un pezzo di storia è stato archiviato ma ora serve un nuovo collegamento
Il tempo per presentare le osservazioni è scaduto. Ora è il momento di decidere. A inizio settimana si è chiuso il procedimento di Dibattito pubblico per raccogliere pareri e opinioni su dove e come costruire il ponte San Michele del futuro, che rimpiazzerà lo storico viadotto viario e ferroviario tra Paderno e Calusco d’Adda, destinato ad essere dismesso entro il 2030 e restare come attrazione turistica e testimonianza di archeologia industriale dopo quasi un secolo e mezzo di onorato servizio.
L’iter di confronto e ascolto di amministratori locali, cittadini, rappresentanti di categoria e altri stakeholder si è concluso lunedì, dopo essere stato prorogato di un mese. L’ingegner Rosa Pannetta di Rfi, la responsabile del Dibattito pubblico, ha adesso a disposizione meno di due mesi per presentare la sua relazione conclusiva. Poi bisognerà stabilire in che direzione e con quali modalità procedere, perché la deadline della vita utile del San Michele si avvicina inesorabilmente e il rischio è che chiuda di nuovo senza che sia già pronta all’uso un’alternativa.
I tecnici di Rfi propendono per un ponte accanto a quello attuale, che tuttavia porterà molto più traffico e comporterà espropri e abbattimenti di abitazioni e negozi. Complessivamente sono state depositate 21 osservazioni, da parte dei sindaci di diversi Comuni singolarmente o insieme ad altri, dei presidente delle Provincia di Bergamo, dell’assessore regionale ai Lavori pubblici, cittadini riuniti in tre diversi comitati, imprenditori di Confartigianato e Confapi, agricoltori di Confagricoltura, vertici di Edison che lì vicino gestiscono linee elettriche e centrali idroelettriche... Trovare una soluzione condivida tra tutti sarà un’impresa impossibile, perché le istanze e gli interessi sono diversi.
D.D.S.