DANIELE DE SALVO
Cronaca

Il santuario del neolitico sulla Rocca dell’Innominato, a Vercurago riparte la campagna scavi

Gli archeologi hanno riportato alla luce un tempio di cinquemila anni fa. La Soprintendenza: “La nuova campagna durerà un paio di mesi, vogliamo comprendere e delineare meglio il sito e capire se effettivamente, come riteniamo, sia un’area cultuale”

Durante la precedente campagna di indagini è stato trovato il basamento di un monumento in pietra che ritraeva una dea

Durante la precedente campagna di indagini è stato trovato il basamento di un monumento in pietra che ritraeva una dea

Vercurago (Lecco) – Un tempio preistorico ancora tutto da scoprire. È il santuario di 5mila anni fa che gli archeologi della Soprintendenza hanno cominciato a portare alla luce a Vercurago, ai piedi del castello dell’Innominato. Una scoperta sorprendente, con il rinvenimento dei resti di una statua stele dedicata adù una divinità femminile che risalirebbe al 3.000 avanti Cristo e che indicherebbe che sepolto lì sotto ci sarebbe appunto una sorta di santuario del neolitico. Per approfondire l’ipotesi, nei prossimi giorni, i moderni Indiana Jones torneranno delicatamente a scavare per approfondire le loro ricerche, grazie ad un finanziamento ministeriale di circa 60mila euro, pochi rispetto agli stanziamenti per molte infrastrutture pubbliche, molti purtroppo nel settore archeologico.

"La nuova campagna di scavi durerà probabilmente un paio di mesi – spiega Alice Maria Sbriglio, funzionaria archeologa responsabile della Soprintendenza in provincia di Lecco, alla guida del viaggio nel tempo -. Vogliamo comprendere e delineare meglio il sito e capire se effettivamente, come riteniamo, sia un’area cultuale. Non scaveremo in profondità però, semmai ci allargheremo restando allo stesso livello dello scavo già cominciato. Questo almeno è il programma, perché con l’archeologia in realtà non si sa mai, è sempre una sorpresa continua”.

Durante la precedente campagna di indagini è stato trovato quello che sembra il basamento di un monumento in pietra che ritraeva una dea, alto presumibilmente un paio di metri e conficcato nel terreno, forse allineato con altri simili. Sono stati rinvenuti pure altri reperti: una freccia dell’Età del bronzo, un fornetto per la cottura di cibi con la calotta distrutta sempre della stessa epoca, piani scottati sparsi con due livelli di pietra e argilla che sono come dei focolai, due vasi uno dentro l’altro contenenti resti di ossa animali, pietre per macinare segno che in quel posto si preparava cibo per più persone, un’ascia in pietra verde, e tantissimi frammenti ceramici, quasi 8 casse. Prima del via al nuovo scavo, in occasione delle Giornate europee dell’archeologia, da oggi fino a domenica, la funzionaria della Soprintendenza ha organizzato una visita guidata all’ora al sito tutti i giorni dalle 10 alle 16: non occorre prenotare, basta trovarsi a Chiuso, al pianoro delle Rocca.