
La dottoressa di turno al Pronto soccorso ha capito che non si trattava di otalgia
Merate (Lecco) – Il colorito pallido, lo sguardo spento, il respiro un poco affannoso. La paziente, una donna di 50 anni, era andata in ospedale a Merate solo per dolori ad un orecchio e lo specialista ha escluso problemi otorinolaringoiatrici. La dottoressa di turno al Pronto soccorso ha tuttavia compreso che quella non era una banale otalgia, ma qualcosa di molto più grave: «Non mi convinci, preferisco sottoporti a una tac prima di dimetterti». Senza quella tac, la 50enne ora sarebbe morta, suo marito vedovo e i loro due figli giovani sarebbero orfani di madre. Dalla tac è emersa infatti un’avanzata dissezione aortica, cioè una rottura interna dell’aorta, una condizione potenzialmente fatale, che necessita di un immediato intervento.
Così infatti è stato: la paziente prima è stata stabilizzata dai medici del reparto di Cardiologia del presidio di Merate, che hanno svolto ulteriori accertamenti e attuato tutti i trattamenti del caso, poi è stata trasferita in ospedale a Lecco dove è stata operata. A stabilire che non dovesse essere dimessa e rimandata a casa sebbene non fossero emersi problemi per i sintomi che lamentava, è stata Carmen Salvatore, 59 anni, uno dei gettonisti del Pronto soccorso dell’ospedale San Leopoldo Mandic di Merate.
A dicembre del 2024 aveva già salvato la vita ad un barista di 51 anni che era andato in reparto a portarle un panino e aveva un infarto in corso. La stessa dottoressa era in turno pure il giorno in cui è stata ricoverata una 90enne, mamma di don Enrico Bonacina, sacerdote lecchese di 58 anni, che è rettore di San Raffaele Arcangelo a Milano e direttore spirituale all’Istituto Gonzaga, una prestigiosa scuola paritaria diocesana. «Ho riscontrato efficienza, cordialità e rara umanità», sono le parole di encomio riservate dal reverendo in una lettera a medici, infermieri, e oss in servizio. E ancora: «Vi siete presi a cuore il caso, l’avete trattata non solo con professionalità, ma, soprattutto con umanità e calore». Daniele De Salvo