DANIELE RESCAGLIO
Cronaca

Antonio Naldi e la vita dopo un mese di coma: “Ho dovuto reimparare tutto, anche a scrivere e disegnare”

Il 58enne residente a Ostiglia, nel Mantovano, testimonial dell’Asst di Cremona sulle patologie neurovascolari. A Cremona una decina di casi all’anno: “Ringrazio i medici che mi hanno salvato”

Il dottor Michele Besana con Stefano Naldi, 58 anni

Il dottor Michele Besana con Stefano Naldi, 58 anni

Cremona – «Ho avuto paura di non riprendere la mia vita di prima». Stefano Naldi, 58 anni, residente a Ostiglia (Mantova), quattro anni fa è rimasto un mese in coma all’Ospedale di Cremona a causa di una fistola arterovenosa durale (Favd) e oggi la sua esperienza è diventata una delle video-storie realizzate dall’Asst di Cremona. Lo scopo è raccontare un problema serio di salute attraverso due punti di vista: paziente e specialista.

«Ero al lavoro, stavo montando un impianto di condizionamento. Da un momento all’altro mi è venuta a mancare la forza nelle braccia. Ho ceduto, mi sono dovuto sedere»: Naldi inizia così la sua storia, a partire dalla mattina del 21 settembre 2021. «Sono dovuto tornare a casa. Non mi sentivo bene dal giorno prima, ma non gli avevo dato troppo peso. Da lì in poi i ricordi sono intermittenti e sfumati, sino a quando non mi sono svegliato 28 giorni dopo, senza sapere dove fossi».

La moglie Michela lo ha accompagnato al pronto soccorso a Pieve di Coriano: «Inizialmente non mi ero allarmata, pensavo fosse un comune malessere – ricorda – ma poi ha iniziato a biascicare: non capivo niente di quello che diceva. Quando ha iniziato a barcollare, mi sono spaventata».

La Favd è una delle malformazioni neurovascolari complesse più frequenti. Nonostante siano molto rare, ogni anno una decina d pazienti arrivano in emergenza nella Neuroradiologia di Cremona, centro di riferimento provinciale per le patologie neurovascolari dove il fattore tempo salva la vita. «Mi hanno insegnato di nuovo a scrivere e disegnare – ricorda Stefano – in un mese è come se avessi fatto dalla prima elementare alla terza media. Ho dovuto re-imparare a camminare. In sei mesi sono tornato alla mia vita di prima. Non ringrazierò mai abbastanza i medici che mi hanno salvato».