La neve marcia, bagnata e pesante, che rischia di trasformarsi in valanga. Le nuvole basse e impenetrabili come una cortina di nebbia. La Grignetta e il cielo non vogliono ancora restituire i corpi di Cristian e Paolo. I due sono stati individuati poco sotto i 2mila metri di quota, a metà del canalone Caimi, un canyon verticale stretto e ripido che collega di traverso il versante sud della montagna. O meglio, uno di loro è stato localizzato con certezza, perché è stato visto affiorare dalla neve. È stato avvistato anche ieri, durante un sorvolo con un drone del Soccorso alpino, sempre nello stesso punto, ma un poco più coperto dalle neve che l’altra notte è caduta ancora. L’altro si presume sia a poca distanza, completamente sepolto, poiché è stato intercettato il segnale della placchetta di rilevamento incorporata pure nei suoi vestiti.

Cristian Mauri e Paolo Belazzi, i due amici e colleghi brianzoli di 48 anni che sabato hanno perso la vita in Grignetta, più che alpinisti erano skyrunner, appassionati di corsa in montagna. Conoscevano la Grignetta ma non la frequentavano spesso. Sabato per allenarsi hanno optato per la salita più facile e praticabile. Le condizioni forse non erano ideali, ma nemmeno proibitive e loro non erano due sprovveduti. Probabilmente non hanno fatto i conti con il maltempo, che li ha sorpresi mentre erano in vetta. "Una fatalità", sottolineano gli amici con cui condividevano la passione per la montagna. "Siamo chiamati ad essere una comunità e a far sentire la nostra vicinanza ai familiari e a tutti gli amici di Cristian e Paolo", è l’esortazione di Davide Nicolussi, il presidente del Consiglio comunale di Vimercate, città d’origine dei due. Recuperarli al momento è stato impossibile. Il pericolo di slavine e la visibilità scarsa, se non nulla, impediscono ogni avvicinamento. Cristian e Paolo non possono ancora rientrare a casa, Cristian dalla moglie Elisa e dal figlio Riccardo di 12 anni, Paolo dai genitori.