
La campionessa Giulia Ghiretti con la professoressa Manuela Galli
Lecco – Dalla piscina e dal gradino più alto del podio olimpico, alla cattedra universitaria. Gli studenti del Politecnico di Lecco hanno avuto l’onore di avere come insegnante Giulia Ghiretti, nuotatrice paralimpica di 31 anni, che ai Giochi di Parigi 2024 ha vinto l’oro. È stata la sua prima volta come professoressa. L’atleta, paralizzata alle gambe in seguito a un incidente nel 2010 mentre praticava trampolino elastico, è laureata magistrale in Ingegneria Biomedica al Politecnico di Milano e l’altro giorno ha tenuto un seminario ai “primini" della laurea magistrale in Mechanical Engineering – Sports Engineering, nell’ambito del corso Sports biomechanics and evaluation of human performance della professoressa Manuela Galli. Con la campionessa, sono intervenuti Matteo Poli, allenatore e video analista, e Federico Riva, sport scientist di Zebre Rugby Parma.
I relatori hanno illustrato agli studenti da un lato come la videoanalisi applicata al nuoto sia efficace per osservare il gesto motorio, sia per il miglioramento della tecnica, sia per analizzare simmetrie e postura e, dall’altro, come gli strumenti tecnologici attualmente disponibili siano alleati importanti per il monitoraggio degli schemi di gioco di una squadra in campo, misurare e valutare la risposta fisiologica all’allenamento, il carico esterno, come distanze percorse, velocità, accelerazione, e il carico interno, cioè frequenza cardiaca, grado di affaticamento, accumulo di acido lattico.
“Dopo la laurea, non è la prima volta che mi capita di tornare al Politecnico, in varie vesti – racconta la prof olimpica –. Questo però è l’esordio dall’altra parte della cattedra, nell’università che mi ha dato strumenti fondamentali e che ho frequentato con molta passione. Provo una sensazione particolare, molto piacevole, di orgoglio e riconoscenza. Da studentessa ho sempre pensato fosse fondamentale incontrare chi mette in pratica nel proprio lavoro quotidiano le teorie che si studiano nei libri. Il mio auspicio è che gli studenti siano stati stimolati ad avvicinarsi al mondo dello sport paralimpico, nel quale le opportunità di lavoro sono diverse e dove l’analisi dei dati non è ancora così sviluppata, sia a livello di attrezzature, sia a livello di prestazione fisica”.