Ponte crollato ad Annone, una crepa nell’inchiesta: trasferito il magistrato

Lecco, il nuovo pm arriva a maggio. Rischio paralisi

Il crollo del ponte

Il crollo del ponte

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Lecco, 23 novembre 2017 -  La tragedia di Annone Brianza resta “orfana” del magistrato chiamato a dare risposte sul crollo del cavalcavia che si portò via la vita di Claudio Bertini, 68 anni, schiacciato nella sua auto. In una vicenda in cui la ricerca delle responsabilità penali ma anche le ricostruzioni del ponte stesso sembrano ancora in altissimo mare, l’ennesimo schiaffo arriva dalla notizia dell’imminente trasferimento del sostituto procuratore Nicola Preteroti, che a fine mese lascerà la Procura di Lecco per essere trasferito a quella di Bergamo. Proprio così: il magistrato che da più di un anno lavora a un’inchiesta delicata per la dinamica di quanto accaduto e complessa per via dei moltissimi enti coinvolti (Anas, Amministrazione provinciale e Motorizzazione, giusto per citarne alcuni) è pronto a passare la mano.

E non è tutto: il sostituto arriverà solo nel prossimo mese di maggio, tra sei mesi, con il risultato evidente che i ritardi accumulati nel frattempo rischiano di trasformarsi in un abisso. Una dolorosa assurdità a cui Angelo Chiappani, procuratore di Lecco, ha provato a far fronte inviando una lettera al ministero nella quale chiedeva di tenersi ancora un po’ il collega Preteroti, che peraltro con senso del dovere aveva dato la propria disponibilità a concludere il lavoro svolto in città prima di trasferirsi alla Procura di Bergamo. Laconica la risposta da Roma: «Non si può fare». E così dal prossimo mese Lecco, già sotto organico da anni, perderà un altro magistrato (da quattro si passerà a tre), non uno qualsiasi ma il titolare delle indagini su un fatto di una gravità senza precedenti come quello accaduto il 28 ottobre dell’anno scorso. Quel pomeriggio sulla Superstrada 36 poteva trasformarsi in un’ecatombe se una delle due corsie della carreggiata nord non fosse stata preventivamente chiusa dopo che alcuni automobilisti di passaggio avevano segnalato il crollo di calcinacci dalla struttura. Lo avevano confermato a più riprese i testimoni e gli addetti ai lavori subito dopo il crollo.

In quegli stessi giorni si era assistito al solito triste mantra - «Mai più tragedie del genere», «Strade da terzo mondo», «Adesso paghi chi ha sbagliato» - che si ripete all’indomani di ogni tragedia nel nostro Paese. A poco più di un anno di distanza cosa è successo? Nulla di davvero concreto. Il progetto del nuovo ponte è rimasto per molti mesi nelle scrivanie del ministero e ad oggi non è ancora stato appaltato. Sul fronte giudiziario per ora sono tre i nomi iscritti nel registro degli indagati sebbene dalla perizia del professor Marco Di Prisco, ordinario di ingegneria civile e ambientale del politecnico di Milano e consulente della Procura, sembrano emergere altri profili di responsabilità. Ma per rilevare eventuali colpe quella perizia va letta, studiata a fondo per trarre delle risposte. Chi lo farà ed entro quando?